Strage di aurora: chiesta pena di morte per holmes

QUANDO IL CINEMA SI TRASFORMA IN TRAGEDIA E HOLLYWOOD TACE 

Era il film più atteso dell’anno, dello scorso anno, Il cavaliere oscuro-Il ritorno la terza e ultima parte della saga su Batman firmata da Christopher Nolan. In un cinema di Aurora, in Colorado, negli Stati Uniti si stava proiettando la prima del lungometraggio quando, un 24enne ex dottorando in neuroscienze aprì il fuoco uccidendo 12 persone e ferendone 58. Un massacro in quella che doveva essere una piacevole serata qualunque.

È solo quando accadono cose di questo tipo che l’America, l’opinione pubblica, si smuove nella rinascita della consapevolezza che in quel grande Paese che sono gli Stati Uniti la lobby delle armi ha un potere troppo forte seguita da quell’Hollywood che attacca, inutilmente, sia la violenza di certe pellicole (per poi puntualmente riproporla, che la stessa facilità nel reperire armi.

Da allora sono passati diversi mesi e il processo che ha James Holmes come unico imputato e responsabile di quella che fu a tutti gli effetti una strage, rischia di finire nel modo peggiore e meno umano. La richiesta della pena è stata espressa infatti con queste parole dal procuratore distrettuale che ha ufficializzato il volere dell’accusa contro la dichiarazione di colpevolezza avanzata dai legali di Holmes in cambio del carcere a vita: ‘‘Per Holmes la giustizia è la morte’‘.

Il volere di tale misura è stata accolta con soddisfazione dai familiari delle vittime. Il processo è stato posticipato a febbraio, la difesa del ragazzo cercherà di puntare sulla sua insanità mentale e quella stessa Hollywood che si mobilitò contro l’uso delle armi, ad oggi, sembra tacere per quel che riguarda la pena di morte.

Holmes era vestito da Joker quando sparò contro la folla ma Batman non potè difendere dalla morte i suoi fan come, non potrà, davanti a una legge disumana, difendere quel ragazzo carnefice e colpevole ma ora vittima di uno stato che si propone da assassino. 

S. Martone


 

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