Cannes 66: diario giorno 2

DOPO GATSBY, TOCCA A SOFIA COPPOLA TENERE ALTO L’ONORE AMERICANO AL FESTIVAL

Secondo giorno , stessa pioggia…o almeno all’inizio. Poi esce il sole e la stampa intera si riversa nelle sale attorno al Palais per ri-vedere, o farlo per la prima volta, Il Grande Gatsby: pareri negativi per la maggior parte, nonostante la pomposità della messa in scena. Dopo il film messicano della serata di ieri, Heli, storia drammatica e cruenta sul narcotráfico giovanile, oggi si rimane nel continente americano, tappa obbligata in California, Los Angeles, set naturale per The Bling Ring.

Giunge quindi sulla Croisette la regista Sofia Coppola, che insieme ad una radiosa Emma Watson introduce ai media il suo film (forse) più indie, accolto però com tiepido entusiasmo. Al Merriot conferenza interessante com Jane Campion, regista di una inédito film a puntate dal titolo Top of the lake, curioso experimento cine-narrativo ‘frantumato’, che introduce una nuova frontiera per alcuni cineasti vecchia scuola.

Si é aperta la giornata com Francois Ozon e il suo gradevole e sofisticato Jeune e Jolie, sorta di psicommedia tipicamente francese, chiudiamo la seconda tornata con un doppio appuntamento serale, che certamente non regge il confronto con i fuochi d’artificio anni 20 della serata d’apertura per Luhrmann: l’asiatico Tian Zhu Ding e lo yankee Fruitvale Station di Ryan Coogler.

Nella foto i saluti del presidente di giuria, monsieur Steven Spielberg: aurevoir! 

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