UNA NUOVA COPPIA DI CINEASTI NEL PANORAMA DEL CINEMA ITALIANO
Accolto dal pubblico con un lungo applauso Salvo è l’unico italiano a Cannes nella Semaine de la critique. Il film dalle varie e variopinte sfaccettature di genere è una co-produzione italo francese che vede per la prima volta cimentarsi, con un buon risultato, alla regia Fabio Grassadonia e Antonio Piazza.
1) Voi, prima che registi, siete stati sceneggiatori di commedie e serie televisive quale stata la difficoltà nel passaggio di ruolo?
Venendo da un ambito più letterario e di sceneggiatura, di esperienza di story editor, quando il copione di Salvo era pronto, avevamo pensato a idee di messa in scena complicate. A quel punto i due produttori italiani ci hanno detto: “Voi avete esperienza di scrittura, però cerchiamo di metterci alla prova, di capire se le idee di messa in scena le potete realizzare”. E ci hanno chiesto di pensare ad un corto che in alcuni snodi fosse collegato al copione del lungometraggio. Così abbiamo pensato a Rita, per poi girarlo nel 2009. Il corto è andato abbastanza bene, ha cominciato a girare per i festival, ha dato sicurezza sia ai produttori italiani che ai coproduttori francesi che a quel punto ci hanno dato fiducia per girare il copione secondo i nostri progetti. Il cortometraggio Rita come esperienza di regia è stata la prima esperienza concreta che abbiamo fatto.
2) Come è arrivato Daniele Ciprì a dirigere la fotografia di Salvo?
Quando Daniele ha letto la storia, ne abbiamo parlato, con riferimento alle nostre idee di messa in scena di un genere, il noir, soprattutto all’inizio del film e cercando di far cambiar pelle al lavoro con il farsi della storia. Questa idea del noir ha entusiasmato Daniele, e soprattutto l’idea di giocare anche con la prima parte molto claustrofobica, che si svolge in interni, dove si muovono i protagonisti: in questo caso si sono scelti dei chiaroscuri molto efficaci. Anche la luce estiva siciliana ha avuto un ruolo preponderante nella messa in scena, una luce che con Daniele abbiamo cercato di mostrare diversa, più intimamente legata ai personaggi che volevamo raccontare, ma senza rinunziare anche alle sue potenzialità del paesaggio siciliano epico per il western all’italiana. Un’altra caratteristica è il mix tra cinema d’azione e cinema più intimo, un film fatto di silenzi dove si dicono pochissime parole. Tutte le nostre scelte di messa in scena hanno intrigato moltissimo sia Daniele che gli altri componenti del cast tecnico. Per la messa in scena abbiamo cercato anche attraverso la comune sensibilità di siciliani di Ciprì e Dentici, di allontanarci dai luoghi comuni di rappresentazione della Sicilia soprattutto nelle varie fiction.
3) Il soggetto di Salvo è abbastanza estremo, che esperienza avete avuto nella scelta degli attori, considerata la difficoltà interpretativa dei personaggi?
Salvo racconta l’incontro tra un killer di mafia e una ragazza non vedente di nome Rita. In questo incontro accade qualcosa di straordinario, cambia la vita di entrambi e li costringe in qualche modo a mettersi contro il mondo a cui appartengono. I produttori per fortuna ci hanno lasciato liberi di selezionare gli interpreti, cosicché il cast artistico coincide perfettamente con le nostre volontà, i nostri intenti. Ovviamente questa libertà l’abbiamo un po’ pagata, perché in Italia fare un esordio dove il protagonista è un attore palestinese, Saleh Bakri, che ha lavorato con Elia Suleiman, e la protagonista è un’attrice non professionista di 21 anni – Sara Serraiocco che solo adesso è stata selezionata al Centro Sperimentale, ma questo è avvenuto solo dopo le riprese – significa fare in pieno una scelta anomala rispetto agli schemi che vengono normalmente proposti e non è stato facile.
4) Dopo Cannes quale sarà la distribuzione del film?
Dopo Cannes ancora non si sa, perché in realtà i problemi per la produzione soprattutto in Italia si ripresentano per la distribuzione. Mentre già da adesso in Francia abbiamo il distributore ed abbiamo un sale agent internazionale che si muoverà nel mercato del festival di Cannes per cercare distribuzione nel resto del mondo, in Italia il film è già stato visto ed apprezzato da alcuni distributori, eppure lo considerano un prodotto non adatto per il grande pubblico.