IL TENTATIVO ALQUANTO SCIALBO DI RIPORTARE IN VITA UN GENERE MORTO DA TEMPO IN ITALIA
GENERE: Thriller/Splatter
USCITA: 23 maggio 2013
Si sa, il cinema di genere, soprattutto quello che andava tanto in voga da noi negli anni ’70, è in uno stato tra il coma e la morte in Italia e i tentativi di riportarlo in vita riusciti si contano sulle dita di una mano. Il regista Giorgio Bruno, con una conoscenza notevole di uno dei periodi d’oro del nostro cinema, si è rimboccato le maniche e ha cercato di mettere tutta la sua passione al servizio di un progetto che aveva tutte le carte per conquistare i fan del genere, con la storia di un assassino che ama riprendere con la telecamera le sue vittime, per il proprio piacere di pervertito sanguinolento. Purtroppo non basta conoscere un certo tipo di cinema da capo a fondo per consegnare una pellicola dignitosa.
Nero infinito è una pellicola mediocre, che ha comunque il pregio di lasciarsi guardare per i suoi 80 minuti senza infastidire troppo lo spettatore, come invece fanno le ultime pellicole di Dario Argento, creativamente morto da tempo. Forse è principalmente colpa del basso budget se la pellicola non graffia come magari certi prodotti internazionali, ma in generale c’è poca cura in tutti quegli aspetti, dalle musiche alla fotografia, che in un film splatter sono fondamentali: perfino il rosso sangue non si vede con la dovuta attenzione…
Gli attori sono meno peggio di quello che uno si aspetta, ma per il resto sono assenti l’umorismo –tranne quello involontario- e delle scene che possano imprimersi nella mente dello spettatore: anche il discorso sui media che poteva essere interessante, vista la passione dell’assassino per riprendersi, viene lasciato a se stesso, dettato più da un’istanza modaiola (Paranormal Activity docet) che di un’urgenza espressiva vera e propria.
Un prodotto come tanti, non brutto, ma che certamente non fa sperare per la situazione dell’horror all’italiana. Aspettiamo Tulpa di Zampaglione, sperando di poterci ricredere.