Cannes 66: Only God Forgives – intervista a nicolas winding refn

“LO SCOPO PRINCIPALE DEL PERSONAGGIO DI GOSLING ERA QUELLO DI AVANZARE SENZA SAPERE DOVE ANDARE”

È stato presentato stamattina al 66mo Festiva di Cannes Solo Dio perdona il nuovo lavoro del danese

Nicolas Winding Refn in concorso alla kermesse che vede come protagonista la star Ryan Gosling nei panni di Julian un uomo che gestisce un club di Thai box a Bankok e che, dopo l’omicidio del fratello, insieme viene spronato dalla madre Crystal (Kristin Scott Thomas) alla vendetta.

Il film, che uscirà in Italia il prossimo 30 maggio, ha nettamente diviso la stampa in sala che, a conclusione della proiezione, ha reagito con scoscianti applausi e forti fischi.

Noi abbiamo incontrato il regista.

Nicolas, l’idea del film sembra essere quella di un uomo che lotta contro Dio. Quali sono state le difficoltà da lei incontrate per dare vita a questa sorta di tragedia greca girata in Tailandia?

Nicolas Winding Refn: Mi bastano quattro giorni per rispondere a questa domanda? In Francia sono riuscito a raggiungere l’accordo con Gaumont e Wild Bunch per fare due film a basso budget. C’erano quindi due storie, tra cui quella di combattimenti in Tailandia. In genere non mi piacciono i film con le lotte tra i personaggi ma mi trovavo in una fase esistenzialista. Era un periodo difficile e mia moglie aspettava il nostro secondo figlio. Sentivo che avevo dentro di me della collera e non sapevo come sfogarla. Ed è allora che ho pensato alla figura di quest’uomo che si prende per Dio e del tormentato rapporto tra una madre e un figlio. Poi ho accantonato questo progetto per andare a Los Angeles per girare Drive. Ora l’ho ripreso e ho realizzato il film che volevo fare, sul rapporto tra realtà e misticismo.

Come ha costruito il personaggio di Ryan Gosling?

Nicolas Winding Refn: Con Ryan abbiamo parlato molto di creature mitologiche. Lo scopo principale, di comune accordo, era quello di avanzare senza sapere dove andare. Abbiamo così seguito diverse traiettorie fino ad arrivare a scoprire che questo personaggio, legato da una catena invisibile alla madre, doveva liberarsi di questa maledizione raggiungendo un certo livello di violenza. Ryan parla pochissimo, come in Drive. Perché il linguaggio del silenzio è più poetico e ci ha aiutato a fare un film che non ci dice chi siete ma chi non siete. E per questo ci sono delle immagini subliminali

Le piacerebbe lavorare in futuro per dei progetti televisivi come sta capitando ad altri suoi colleghi?

Nicolas Winding Refn: Sono un fan della tv sin dall’infanzia. Mi piace quella grandezza dello schermo e il potere dato dal telecomando. E ci sono poi dei prodotti che hanno risultati molto soddisfacenti perché è cresciuta la creatività che apre nuovi orizzonti. Il pubblico accetta di guardare anche un film in diversi episodi e di farlo anche in modi differenti. Ho voglia di lavorare per la televisione, è un mercato interessante. Ho avuto la possibilità di fare Barbarella e l’idea era di farlo non come un film ma un prodotto televisivo.

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