Gabriele Muccino versus Carla Vangelista

IL REGISTA: HAI SEQUESTRATO E ROVINATO IL TALENTO E LA VITA DI UN RAGAZZO (MIO FRATELLO)

MUCCINODramma familiare in casa Muccino: è da anni che, mentre Gabriele continua a fare il suo mestiere di regista negli Stati Uniti, di Silvio, suo fratello minore lanciato dallo stesso cineasta nel film Come te nessuno mai (1999), non si sa più nulla.

Dopo una carriera da attore che vanta 12 film, uno anche diretto da Roman Coppola, CQ, e una più breve (e ancora in essere?) da regista che ha all’attivo due pellicole Parlami d’amore (tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Muccino jr. con Carla Vangelista) e Un altro mondo della giovane promessa, in parte mantenuta, del cinema nostrano non si sa più nulla.

 

Oltre che ai suoi fan anche il fratello maggiore, oramai adottato a tutti gli effetti da Hollywood, non sa più nulla del fratello.

Qualche settimana fa tweet non proprio amichevoli su Silvio sono stati postati proprio dallo stesso Gabriele sul suo profilo nel famoso social network. Tralasciando quelli più cattivi (in parte cancellati) questo è stato quello che ha colpito di più: Avevo un fratello che si chiamava Silvio, non lo vedo da otto anni, affoga felice.

Giorni dopo lo stesso Muccino major ha ammesso di essere stato querelato da una famosa scrittrice per averla definita di discutibile talento. Tale scrittrice è la stessa Carla Evangelista che firmò il romanzo a quattro mani con l’ex teen d’oro Silvio e che pare, proprio come accade nello stesso libro, essere ad ora la sua compagna.

Questa saga familiare, ibrido tra Beautiful e la storia di Caino e Abele de’ noatri, proprio oggi è stata incrementata di una nuova puntata, il social network in cui è stata proiettata stavolta però è Facebook e queste sono le parole di un, giustamente alterato, Gabriele Muccino:

_______________________Pensiero per Carla Evangelista,

In pochissimi sanno di chi stia per andare a parlare. Ma poco importa. Si tratta di una ex adattatrice dialoghi, improvvisata scrittrice di discutibile talento che ha sequestrato e rovinato il talento e (opinione personale) la vita di un promettentissimo ragazzo e attore dall’altrettanto promettente futuro a cui ero (sono ancora) profondamente legato nonostante non lo veda ne lo senta troppi anni. E certo non per mia scelta. Anzi. Ma tornando alla signora scrittrice in questione, lei e il giovane ragazzo, che l’ha seguita immolandosi per lei come un kamikaze, si sono fatti, (ignoro le dinamiche specifiche che anzi mi spaventano o forse inorridiscono), letteralmente terra bruciata intorno, con tutti e dico letteralmente tutti. Basta chiedere in giro nell’ambiente del cinema romano e chiunque confermerà con tristezza questa realtà. Chiunque saprà di chi parlo.

La signora in questione mi ha querelato per averla definita scrittrice senza talento. Se fosse una vera artista saprebbe che questa è la vita degli artisti: venir criticati. Tchaikovsky si ammalò di tubercolosi perché alla prima del suo capolavoro, Il Gabbiano, fu fischiato unanimamente dal pubblico e per la delusione uscì senza cappotto dal teatro, mi pare di Pietroburgo, e con quelle temperature, senza cappotto, quei fischi lo segnarono per sempre. Tutti gli artisti vengono criticati. Giorni fa, ancora prima di venir convocato dai carabinieri per questa risibile vicenda, ho postato su questa pagina critiche atroci, impietose, ricevute da Kubrick, Coppola, Leone o scambiate dai più alti maestri del cinema che si sono offesi in qualunque modo reciprocamente.

Ma loro, grandi, grandi davvero, non si sarebbero mai querelati! Loro erano artisti puri e sapevano di esserlo. Una querela penale per motivi così ridicoli fa male solo a chi la conduce, a chi la escogita senza alcun senso del limite, per vendicarsi di quell’arte che evidentemente proprio così dimostra di non avere. Se io dovessi querelare tutti i critici, i bloggers ecc che hanno scritto cose terribili (forse a ragione qualche volta, chissà), su di me, sul mio talento, o altro, sarei solo un patetico pagliaccio infantile e certamente prova vivente della mia assoluta mancanza di rispetto nei confronti dell’arte. Lo dico per te, Signora Carla. La mia opinione resterà la stessa nei tuoi confronti ma la tua reazione in una sede penale, scomodare un PM per il tuo ego ferito, è cosa meschina e rideranno di te ancora di più appena volterai le spalle… la giustizia in Italia ha ben altro di cui occuparsi. Il tuo è un comportamento piccolo, mediocre, o forse semplicemente il riflesso limpido di chi sei. Evitati questa ulteriore squallida figura.

Lo dico non per te, ma per non trascinare con te quel ragazzo a cui tengo ancora moltissimo e che ti segue da anni senza più sapere dove sia finito e come.

La rabbia del cineasta sembra palese anche se tra le righe si scorge un affetto deluso e mai assopito quasi a voler dire: Silvio torna sta’ casa aspetta a te!

(continua…?)

S.M. 

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