LA COMMEDIA DI GUILLAUME GALLIENNE SEGNA L’ENNESIMO TRIONFO PER IL CINEMA FRANCESE DI QUALITÀ
Immaginate una famiglia composta da padre, madre e tre fratelli, tutti maschi. Il caso vuole però che ogni volta che si vada a mangiare, la madre chiami i propri figli, dicendo Les garçons et Guillaume, à tableovvero Ragazzi, Guillaume, tutti a tavola. Perché Guillaume anche se agli occhi di tutti è un maschio, fin dalla tenera età sembra appartenere all’altro sesso sia per la ‘parlantina’ che per i modi di fare. E il ragazzo stesso non crede di essere ‘gay’ come lo apostrofano gli altri, ma semplicemente una ‘ragazza’. Lui e la famiglia ne passeranno di cotte e di crude nel corso degli anni, fino a che l’accettazione di Guillaume nell’ambito della sua famiglia alto-borghese non avverrà in un modo inaspettato.
Questa è in poche parole la storia di una delle commedie che più ha fatto ridere all’ultimo Festival di Cannes, dove è stato presentato nella sezione Quinzaine des realizateurs. Il film, autobiografico, ma dal sapore per nulla agiografico, è diretto, scritto e interpretato da Guillaume Gallienne della Commedie Française: il giovane cineasta riesce nel suo esordio ad offrire un autentica lettera d’amore a tutte le persone che l’attore ha incontrato attraverso le varie tappe della sua vita, dall’adolescenza ai giorni nostri, personaggi che possono appartenere alla cerchia familiare, ma possono anche rappresentare degli incontri saltuari che si imprimeranno a forza nell’immaginario del protagonista –come la massaggiatrice interpretata da Diane Kruger, in un simpatico cameo.
La struttura della pellicola sembra mescolare in maniera particolarmente originale l’universo almodovariano degli omosessuali sopra le righe, ma con una determinazione fuori dal comune e un umorismo degno dell’Allen dei tempi migliori: lo stesso protagonista espone la sua storia a un pubblico in un teatro, ma non mancano le volte in cui parla direttamente in macchina, portando direttamente lo spettatore al ricordo di un classico come Io & Annie. Il film continua in maniera molto personale, proponendo battute esilaranti e gag a cui lo spettatore non puo’ assistere immobile sulla poltrona: si tratta di uno dei rari casi in cui si assiste a una sala intera ridere di gusto e sullo schermo non passano immagini da prima serata su Mediaset.
Forse a tratti manca di profondità e nel finale pecca per eccesso di moralismo, ma è raro assistere oggigiorno a opere prime che sappiano far così ridere lo spettatore: ma è il caso fortunato di Les garçons et Guillaume, à table, sorta di melange tra un diario messo in mostra al pubblico e l’omaggio a classici della commedia non solo cinematografica. Ennesimo sintomo che la scuola francese è decisamente spanne oltre rispetto a quella italiana.