LA REDAZIONE SI CONFRONTA SUL NUOVO CINECOMIC CHE HA COME PROTAGONISTA SUPERMAN
È arrivato nelle sale italiane l’attesissimo reboot di Superman, L’uomo d’acciaio, che ne reinventa completamente le origini e che cerca di colmare alcune lacune della sua storia. Diretto da Zack Snyder e prodotto da gran parte del team di Il Cavaliere oscuro il cinecomic ha diviso la critica, il pubblico e anche la nostra redazione.
MANTIENE LO STILE CINEMATOGRAFICO DEL REGISTA?
FRANCESCO BUOSI: Assolutamente sì. Lo stile di Zach Snyder si riscontra sin dale prime battute del film, quando la storia inizia il suo racconto nel pianeta Krypto, per le atmosfere cupe e dark tanto care al regista. Il ritmo frenetico della narrazione, riesce nell’intento di creare un film avvincente e non banale che trova la sua apoteosi nei combattimenti che vedono protagonista l’uomo col mantello rosso.
SANDRA MARTONE: Sì, a intermittenza. Come ha già detto Francesco nelle atmosfere cupe dell’inizio e di alcune parti in cui il Supereroe parla con suo vero padre (Russel Crowe) è palese la firma di Snyder che però si perde nei ricordi di Clark Kent: le immagini che sono digressioni sul suo passato sembrano davvero essere prese in prestito da Smalville. Per quanto riguarda i combattimenti non concordo: sono tanto belli quanto ripetitivi. Un consiglio che do a chi dovesse avere il coraggio di andare al cinema a vedere questo logorante cinecomic è quello di guardarlo in 2D e non 3D. Nonostante sia stato convertito bene il film è stato girato dal cineasta quasi tutto con shaky cam, quindi a mano e il 2D è molto più vicino a ciò che il regista aveva voglia di far vedere al suo pubblico.
A QUALE PUBBLICO VUOLE RIFERIRSI?
FB: Avendo una carriera artistica lunga e duratura nel tempo la figura di Superman è in grado di abbracciare una fetta di pubblico molto ampia ed eterogenea per età. Da i fans del primo Clark Kent col volto di Christopher Reeve fino ai giovani nerd dell’era moderna amanti dei fumetti e dei videogiochi dedicati. Da non sottovalutare inoltre l’impatto ormonale del nuovo protagonista designato, tale Henry Cavill, capace con i suoi pettorali d’acciaio di alimentare le fantasie del sempre nutrito pubblico femminile.
SM: I fan di Superman, sicuramente. Gli appassionati di cinecomic, che ne rimarranno delusissimi. La fetta di pubblico è sempre quella ma stavolta non credo che uscirà dalla sala soddisfatta.
QUESTO NUOVO REEBOT RIUSCIRÀ AD AVERE UN SEGUITO?
FB: Dopo il flop colossale del Superman Returns firmato da Bryan Singer nel 2007, la sensazione è che questa saga, così come accaduto ad altri supereroi di sucesso, sia destinata al consueto ciclo di tre episodi. Le attese per questo film sono ormai altissime e la percezione è che gli incassi al botteghino saranno a molti zeri.
Bentornato Superman.
SM: L’uomo d’acciaio è un lunghissimo incipit di quell che accadrà nel secondo episodio (non si sa ancora se sarà una trilogia ma è molto probabile) che è già in pre-produzione. In questo caso, nonostante la mediocrità del lavoro, un sequel è doveroso perché solo un Uomo d’acciaio due può dare un qualche senso a questo primo capitolo che da solo un senso proprio non ce l’ha. Per ora, al contrario di ciò che dice Francesco, Superman potrebbe tranquillamente tornare nello spazio e non ne sentirebbe nessuno, o quasi, la mancanza. Perché ammettiamolo: come supereroe è noiosissimo.
Scritto da Sandra Martone e…