LA CASA DI PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEL REGISTA CHIUDE
La crisi colpisce ancora e colpisce duro proprio dove non dovrebbe. La Sacher, casa di distribuzione di Nanni Moretti, chiude la sua attività di acquisizione e distribuzione di lungometraggi e lo fa con un messaggio eloquente, deluso e non senza una venatura polemica “Ormai la situazione del Paese è tale che una distribuzione come la nostra, da sempre orientata alla diffusione di film art house che la gente va sempre meno a vedere e che le tv non acquistano più, si ritrova a lavorare più per filantropia che altro” e la filantropia non paga nonostante gli ultimi titoli che la Sacher aveva comprato e che, tra gli altri, spiccano Muffa di Ali Aydin, ultimo titolo distribuito, o Una separazione di Asghar Farhadi, fino a La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli e a Cesare deve morire dei fratelli Taviani.
Un cinema d’essai, un cinema per cultori che puntava al meglio dei Festival e della settima arte, quella vera lontana dai, pur sempre dignitosi, blockbuster e dal mainstrem.
Il cinema per gli altri, ma gli altri sono sempre meno.
In questo ultimo periodo la Sacher è la seconda società cinematografica che è costretta a tirare la cinghia: Domenico Procacci, proprio il 4 maggio scorso, ha dovuto, suo e loro malgrado, far entrare in quel della sua Fandango la cassa integrazione per cinque dipendenti: “Trattiamo un prodotto che in questo momento attira poca attenzione, il cinema di qualità, e comunque la situazione dell’esercizio, della distribuzione, si è complicata”.
E la parola qualità sembra essere quasi un insulto se riferita al cinema che la debella.
Quindi addio ai film d’autore, quelli belli davvero, la Sacher non tenterà più di farceli conoscere forse perché noi non vogliamo, forse perché abbiamo bisogno di lamentarci che non arrivino dopo averli applauditi in qualche Festival e ghettizzati tra i capolavori. La sola buona notizia è che la società continuerà a produrre realizzando il nuovo film di Moretti, avvolto come di consueto nel mistero, del quale la protagonista sarà una donna.
Eppure la qualità è importante, come le parole – tanto difese da Michele/Nanni Moretti in Palombella rossa – sono importanti ma forse ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi.
S.M.