DA FUORI NORMA AL CONCORSO PASSANDO PER LA RUSSIA E IL CILE, PAESE PROTAGONISTA QUEST’ANNO
Dopo la pre-apertura di ieri con l’Avanfestival in cui è stato proiettato a Piazza del Popolo No-I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larrain, uno dei film più amati dell’anno e candidato all’Oscar come miglior opera straniera, nella mattinata di oggi la Mostra internzaionale del Nuovo Cinema di Pesaro è entrata nel vivo: nel primo pomerggio sono stati presentati i primi corti del 27° evento speciale del cinema italiano (“Fuori Norma”), dedicato alla “via” sperimentale nella produzione nostrana del nuovo millennio.
Un cinema che grazie al digitale e alla distribuzione in rete sta trovando nuove ed efficaci forme di diffusione, permettendo ad alcuni autori di arrivare nei festival internazionali e nelle sale italiane. Ad aprire le danze, è il caso di dire, è statoMusical Fantasy Light (2006) di Danilo Torre, un autore che utilizza immagini in super8, originali o “trovate”, trasferendole poi in digitale per rielaborarle, creando in questo caso “un falso ricordo innestato in una creatura non organica, che ripercorre la vita di un’ipotetica donna, nei ricordi privati di scene balneari e combustioni artigianali”.
A seguire Miserere (2004) di Antonello Matarazzo, videoartista che predilige la commistione tra i media, con un lavoro che è un particolare viaggio in una zona dismessa, il cosiddetto “cimitero delle ciminiere”, simbolo di un Sud irredimibile.Mirco Santi ha presentato Lido (2000-2003), un lavoro a metà strada tra il documentario scientifico e l’astrazione lirica, in una esplorazione microscopica dello spazio naturale. In Games IV (2000), di Giulio Latini e Silvia Di Domenico, gli oggetti, le persone, la natura, si presentano come fotogrammi in rapida fuga che il soggetto cerca di cogliere, lottando contro la loro inarrestabile labilità.
Panorama_Roma (2004) degli Zimmerfrai fa parte della serie dei panorami che include anche Venezia e Bologna, serie di panoramiche realizzate con una videocamera che ogni ora compie una rotazione di 360°, tutto condensato in pochi minuti con l’accelerazione delle immagini. La prima carrellata di Fuori Norma si è conclusa con Articolazioni (2006) degli Aqua-Micans Group, collettivo romano di video makers e interaction designers che lavora prevalentemente in ambito teatrale e negli eventi culturali. Il lavoro presentato è un video pensato come accompagnamento scenico alla danza, un’animazione coreografica che modella le articolazioni visive.
In serata, con in città una pioggia incessante, che comunque non ha minano la voglia di nuovo cinema sono stati poi proiettati due mediometraggi “fuori norma”: Helmut Doppel: Alfa e Rectum (2006) dei canecapovolto e Il silenzio di Pelesjan (2011) di Pietro Marcello. Nel tardo pomeriggio si è svolto anche il primo degli omaggi dedicati all’animazione russa al femminile: prima protagonista di “Femminile plurale” è stata Maria Muat, presente a Pesaro.
Russo è anche il film che ha aperto ufficialmente la Mostra e al contempo inaugurato le visioni serali in Piazza del Popolo che coniugano qualità e appeal anche per un pubblico di semplici curiosi, chiamato alla fine a premiare il miglior film della sezione. A Long and Happy Life di Boris Khlebnikov, al quale la Mostra aveva dedicato una personale nel 2010, è stato presentato in Concorso all’ultimo Festival di Berlino, dove ha riscosso successo di critica e pubblico. Il film racconta la storia di Sasha (un notevole Aleksandr Yatsenko), proprietario di una piccola comunità agricola che l’amministrazione pubblica vuole acquistare e smantellare.
Sasha inizialmente accetta, ma quando vede l’attaccamento alla terra dei suoi contadini, decide di combattere la loro battaglia con tutti i mezzi possibili. L’opera di Khlebnikov è potente sia visivamente, con la contrapposizione tra gli immensi spazi rurali russi e le figure umane, che tematicamente, nel non aver paura di rappresentare una provincia lasciata a se stessa, dove la corruzione e l’abuso di potere sono pratica comune.
Nel pomeriggio è stato proiettato anche il primo film della retrospettiva sul Nuovissimo cinema cileno con Alicia Scherson che ha portato Play. Giornata ricca d sorprese oggi ma è solo l’inizio di un Festival che da quasi mezzo secolo a questa parte è in grado di stuzzicare la curiosità delle più esigenti menti cinefile.