ANCHE I GRANDI CINEASTI UTILIZZANO LA RACCOLTA FONDI INDIPENDENTE
Che il Crowdfunding stesse prendendo sempre più piede come metodo di raccolta fondi per la produzione dei film indipendenti, era chiaro. Portali web come Indiegogo e Kickstarter, contano migliaia di visualizzazioni al giorno, proprio perché vengono utilizzate quasi in via esclusiva dai tanti cineasti alle prime armi o che non rientrano nella sfera visiva delle grandi distribuzioni. Per creare un film, servono soldi. Così nascono le campagne di finanziamento indipendente, le uniche che forniscono una speranza per i tanti progetti spesso di qualità che altrimenti rimarrebbero in un angolino buio lontano dal grande schermo.
Recentemente però, un’altra moda si è diffusa grazie al crowdfunding. L’ultima tendenza, infatti, vede i grandi registi e gli attori famosi rivolgersi a questa piattaforma per ottenere finanziamenti per i loro progetti. Ad un primo impatto, la notizia ha un non so che di strano. “Hanno davvero bisogno di soldi per le loro opere?!”, viene normale pensare. Il concetto di fondo però è molto più ampio, profondo e logico.
In un momento in cui la crisi economica sta colpendo tutti i paesi del mondo, anche il cinema ne risente. Come? Semplice. Finanziando solo opere da blockbuster, da grandi incassi al botteghino, che hanno grandi nomi alle spalle da poter portare spettatori in sala. Non è certamente la soluzione migliore, ma chi mette i soldi vuole avere giustamente i suoi vantaggi. Puntare sull’opera prima, sull’indipendente, sul film di nicchia, su quello con il tema scottante o impegnato è un rischio che non tutti possono permettersi di prendere.
Dicevamo appunto, tema scottante o impegnato. È proprio questo il motivo per cui i grandi nomi del cinema contemporaneo lanciano campagne di sostegno finanziario indipendente. Una buona causa insomma, ma anche un j’accuse nei confronti delle grandi produzioni che lasciano poca libertà di creazione e informazione e realizzazione. Un progetto autofinanziato, infatti, è sicuramente svincolato da limiti imposti perché prodotto da chiunque voglia credere nel progetto di per sé.
Se già avevamo dato notizia della campagna di finanziamento della trilogia di James Franco su Indiegogo, ora anche Spike Lee muove la sua provocazione tramite Kickstarter. “Fedeli seguaci, prego ogni notte perché sono stato in grado di fare ciò che mi piace e perché amo ciò che faccio… Il clima che si respira negli Studi di Hollywood non incoraggia il cinema indipendente. Non sto dicendo che lo disprezzo, sto solo dicendo come stanno le cose. Supereroi, film tratti dai fumetti, viaggiatori del tempo.. io ho una visione diversa di ciò che dovrebbe essere il cinema. È per questo che sono su Kickstarter, per raccogliere fondi per la mia ultima fatica”. Queste le parole del regista di Malcom X e La 25ª ora, il cui obiettivo è raggiungere 1 milione e 250 mila dollari entro il 21 Agosto. Più chiaro di cosi..?!
La situazione sta diventando talmente complicata che anche nomi del calibro di Spike Lee si sentono con le mani legate, e cercano di solidarizzare tra loro per interrompere questa deriva della cultura. Steven Soderbergh per esempio, ha donato 10 mila dollari al film di Lee. Sulla questione si era espresso anche David Lynch, che in un intervista rilasciata per il The Indipendent aveva affermato “è una fotografia davvero deprimente. Con il cinema alternativo – ogni sorta di cinema che non sia mainstream – hai poca fortuna nell’ottenere distribuzione e persone che vengano a vedere la tua opera”.
Il nocciolo della questione è stato centrato. Ma come si può lasciare la cultura in mano a finanziatori esterni? Ma come possiamo esserci ridotti a tal punto da chiedere finanziamenti indipendenti? La lobby dei produttori monopolizza l’industria del cinema.. ma se non fermiamo questa tendenza per la quale nelle sale andiamo sempre e solo a vedere i prodotti convenzionali, rischiamo di far morire non solo la libertà di opinione, ma anche la bellezza dell’espressione culturale di per sé! Facciamo sentire la nostra voce ORA, perché è sempre meglio prevenire che curare!
V.V.