Il grande orso: recensione film

UN RACCONTO ANIMATOIl-grande-orso-poster-locandina D’AMICIZIA DIRETTO DAL DANESE ESBEN TOFN JACOBSEN

GENERE: cartone animato

DATA DI USCITA: 4 luglio

voto: 3 su 5

Il tema dell’amicizia col diverso non è certo nuova nell’ambito della cinematografia dedicata ai ragazzi: il primo esempio che balena alla mente è senza dubbio quella fantastica favola moderna diretta da Stephen Spielberg che all’inizio degli anni 80’ commosse adulti e bambini, E.T. l’extra-terrestre.

L’ambientazione di Il grande orso è sicuramente diversa da quella in cui si svolgono le vicende dell’alieno più famoso del mondo e del suo giovane amico Elliot eppure l’idea che i bambini, essendo esseri non ancora corrotti dalla visione forte di sovrastrutture mentali degli adulti, siano più propensi a instaurare rapporti con chi da loro è differenre, è molto forte anche nel cartone animato danese diretto da Esben Toft Jacobsen.

Sofia e suo fratello Jonathan vanno dal nonno, che vive in una casa sul limitare di un bosco abitato da strani animali. Un giorno i due ragazzini si avventurano nella vegetazione e incontrano un enorme orso che, per sfuggire a un cacciatore, si è lasciato crescere degli alberi sul dorso e dunque è in grado di mimetizzarsi nell’ambiente circostante. Jonathan e Sofia faranno amicizia con lui e cercheranno di sconfiggere il suo acerrimo nemico.

Da quello che si evince, anche dalla sola trama del cartoon, a fianco di questa amicizia diversa, che nella storia unisce l’orso e i due piccoli protagonisti, vi è anche una forte polemica naturalista  dove le azioni lesioniste degli adulti, ormai assuefatti all’idea dell’inferiorità degli animali che nel caso dell’orso viene da loro auto-giustificata dall’idea che sia pericoloso, vengono messe in luce dalla capacità dei due bambini di vedere con i loro occhi puri l’animo buono di un altro essere vivente seppur non abbia le sembianze di un umano.

La buona animazione di Il grande orso è accattivante e quindi perfettamente funzionale all’intenzione puramente didattica della storia che non è altro che una perfetta fiaba di amicizia che alla base pone il concetto di uguaglianza unito a quello di rispetto per la natura.

Per i più piccini sarà facile apprendere da Jonathan e Sofia la mediocrità del concetto di diverso mentre per gli adulti sarà impossibile non ricordarla, almeno per un’ora.

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