STEFANO CALVAGNA PORTA IN SALA IL FILM GIRATO DURANTE LA SUA DETENZIONE
GENERE: drammatico
DATA DI USCITA: 11 luglio
VOTO: 2,5 su 5
La detenzione non ferma l’arte: questo potrebbe essere il motto del cineasta Stefano Calvagna che proprio durante gli arresti domiciliari ha girato il lungometraggio La rabbia in pugno.
Valerio è un poliziotto campione di kickboxing. La sua vita si divide tra il fraterno amico Fabrizio e soprattutto la sua fidanzata Valentina dalla quale aspetta un figlio. In una sera che sembra come tante la tranquilla e felice vita di Valerio però cambia completamente nel momento in cui Valentina va in discoteca e incontra Sergio Bruschi, un losco produttore cinematografico, perde la vita per l’ignara assunzione del ghb, la droga dello stupro. La polizia brancola nel buio e Valerio, accecato dalla rabbia, decide di farsi giustizia da solo.
Girato interamente nella palestra del protagonista Claudio Del Falco, nella quale sono stati ricostruiti tutti gli ambienti nei quali si svolgono le azioni del film proprio in virtù degli arresti domiciliari che il regista doveva scontare, La rabbia in pugno è un action drama che vede la violenza come centro spirituale di una realtà proletaria e periferica tanto cara a Calvagna che già con Cronaca di un assurdo normale aveva dipinto tale realtà.
La tensione forte in un tutto il film si perde in un finale dove i pochi mezzi a disposizione del cineasta, che per tutto il film non avevano sacrificato il lavoro, si palesano in scene d’azione poco curate che accompagnano la pellicola a un finale buttato via.
La rabbia in pugno risulta quindi essere una pellicola d’impatto, un Romanzo criminale low budget fatto di volti intensi e di intense immagini e situazioni, basato sull’idea della vendetta personale che riprende un filone di polizieschi anni 70’ all’italiana che però non è in grado di mantenere le promesse che per gran parte del tempo fa deludendo proprio sul più bello.