Orange is the new black: first look

DAL ROMANZO DI PIPER KERMAN ARRIVA SU NETFLIX UNA NUOVA, PROMETTENTE, SERIE TV (SPOILER!)

Bando alle grandi emittenti americane: quest’anno è stata Netflix, la società statunitense di streaming on demand, a dare il meglio dal punto di vista delle serie. E dopo il grande successo di House of Cards ecco che sbarca sul web un nuovo show tv prodotto dalla piattaforma, Orange is the new black.

Basato sul romanzo autobiografico di Piper Kerman la serie racconta la vita nel carcere femminile di Piper Chapman (Taylor Schilling) costituitasi per evitare un processo a causa un crimine fatto 10 anni prima quando, finito il college, si è innamorata di una donna che con lascivia l’ha portata a  trasportare illegalmente del denaro.

Lo show fin dalla prima scena ci immerge subito nell’ambientazione in cui si svilupperà salvo, durante la puntata, tornare indietro e spiegarci cosa è accaduto presentando agli spettatori sia i personaggi che accompagneranno la protagonista nei suoi 15 mesi di detenzione sia quelli che l’attenderanno fuori come il fidanzato di Piper e la sua famiglia.

Gli ottimi attori, i realistici dialoghi e la sceneggiatura evidentemente ben scritta fanno di questo prodotto una vera e propria dramedy: se da una parte assistiamo al dramma della protagonista che sceglie di pagare per un suo passato errore trovandosi catapultata ed estranea in una realtà durissima, dall’altra la prigione è descritta, attraverso alcune scene ad hoc, con cinica ironia e senza mai cadere, o scadere, nel facile melodramma di genere.

Non siamo a Oz è una delle prime frasi che Piper si sente dire arrivata in prigione e infatti l’ambiente femminile del carcere in cui viene portata non è violento ma è molto femmina: dall’iniziale aiuto che viene dato alla protagonista dalle veterane e da chi si riconosce nell’estraneità a quei luoghi, fino ad arrivare alle vendette subdole tipiche dell’altra metà del cielo per una frase detta al momento sbagliato, Orange is the new black esplora un mondo ancora sconosciuto basandosi sulle parole di chi quel mondo l’ha veramente vissuto.

Palese, per il modo ironico ma mai tanto da toccare la comicità pura che degraderebbe in questo caso il tutto, è il tocco di Jenji Kohan autrice, fra le altre cose, della serie televisiva Weeds.

Il pilot della serie, che sembra essere molto dalla parte delle donne visto che le figure maschili o sono totalmente prive di spessore o perverse, rasenta la perfezione del genere e non solo perché presenta, senza appesantire e senza forzare, la situazione e i suoi protagonisti ma anche in quanto riesce in 50 minuti a creare ciò che è fondamentale per un show a puntate ovvero la curiosità di andare avanti. Il colpo di scena finale che chiude l’episodio dove Piper si ritrova faccia a faccia con la donna che 10 anni prima aveva amato tanto da seguirla nel suo buio non può far altro che portare lo spettatore a guardare la prossima puntata perché i risvolti potrebbero davvero essere interessanti.

 

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