ALEXANDRA GULEA DIRIGE UNA STORIA DI FORMAZIONE AMBIENTATA NELLA SUA ROMANIA
Il cinema rumeno sta prendendo lentamente piede in Europa. Un caso recente riguarda Child’s pose la struggente storia diretta da Kalin Netzer vincitrice dell’ultima Berlinale.
Ma se nel lungometraggio di Netzer i personaggi facevano parte di un’alta borghesia rumena in Matei child minerdella regista Alexandra Gulea ci troviamo in ben altro contesto sociale.
L’undicenne Matei vive con l’accondiscendente nonno in Romania mentre i suoi genitori sono stati costretti ad andare a lavorare in Italia. Respinto da scuola a causa di un errore, Matei ha un violento litigio con il nonno, in seguito al quale decide di scappare di casa e rifugiarsi da Isidor, un pastore sulle colline. Quando una visita al museo di storia naturale di Bucarest gli farà capire di avere sbagliato, Matei rientrerà a casa ma troverà il nonno morente e la madre di ritorno dall’Italia pronto a portarlo con sé.
Il racconto di formazione della Gulea porta lo spettatore all’interno di una realtà lontana da quella che conosciamo e fa vedere cosa, molto spesso, lasciano a casa le persone che raggiungono il nostro paese alla ricerca di un lavoro.
Con una regia lenta e non priva di alcuni passaggi poco chiari la Gulea riesce a fare il ritratto di un giovane uomo fragile e provato dal suo passato e dalla sua vita e che, all’improvviso, si ritrova senza punti di riferimento stabile ed è così obbligato a crescere.
Tra i passaggi poco chiari del lungometraggio spicca quello in cui il bambino torna a casa e trova il nonno gravemente malato: non si capisce infatti se questo accade per una sorta di punizione o semplicemente come azione funzionale a un racconto di formazione che vede in questo frangente la scusa per condurre all’età adulta il protagonista.
Nonostante queste leggerezze, Matei child miner risulta un film di spessore sia estetico che narrativo. Un altro lungometraggio che dovrebbe farci tener d’occhio quello che sta accadendo nei meandri della settima arte in quel della Romania.