DIANE KRUGER E DEMIAN BICHIR SULLE TRACCE DI UN SERIAL KILLER AL CONFINE TRA USA E MESSICO
La serialità americana attinge nuovamente alla grande tradizione europea per creare nuovi ed interessanti prodotti televisivi. The Bridge infatti, che è partito lo scorso 10 luglio sul network cable FX, è un remake di una serie dano-svedese intitolata Bron e risalente al 2011. Come è accaduto con The Killing che in una manciata di episodi è stato uno dei prodotti più appezzati dalla critica, anche questa serie subirà lo stesso iter? Troppo presto per capire se la serie tv adattata per il selettivo pubblico americano da Meredith Stiehm e Elwood Reid , può diventare un successo di pubblico e critica.
Di una cosa siamo certi, la FX ha sempre sfornato prodotti di qualità, al passo con i tempi e soprattutto di grande impatto emozionale. The Bridge quindi almeno dopo la visione del pilot, sembra essere un solido cop-drama e risponde alle esigenze del network. La vicenda si apre con un delitto. Viene ritrovato un cadavere steso tra il confine americano e quello messicano.
Un ponte separa due realtà totalmente diverse tra loro, e due detective altrettanto diversi dovranno collaborare per risolvere un caso decisamente intricato. Sonya Cross interpretata da una convincente Diane Kruger, e Marco Ruiz che ha il volto di Demián Bichir, si metteranno sulle tracce di un pericoloso serial killer che si “diverte” a tagliere le sue vittime; sul suolo americano infatti viene trovato il corpo di un giudice tristemente famoso, sul suolo messicano invece si trova ciò che resta di una giovane donna scomparsa anni fa. Si comincia quindi a tessere la tela di un intricato e perverso gioco che mette a nudo due realtà così distanti tra loro.
The Bridge quindi non si presenta come un semplice drama poliziesco, ma grazie ad un incipit di grande impatto, mette a nudo la psicologia dei personaggi ed il mondo in cui vivono. Se troviamo da una parte l’integerrima detective Cross , americana e patriottica, dall’altra il detective Ruiz è un uomo stanco della vita, del suo lavoro ed inerme di fronte ad una società ormai allo sfracello. Due menti diverse, che rivolgono uno sguardo diverso alla vita, eppure mettono anima e corpo nel risolvere un caso di omicidio che ha radici politiche e che si è perso nei meandri di una burocrazia inerme di fronte al cambiamento della società.
Una serie questa che deve essere guastata fino all’ultimo sorso, studiata ed approfondita, perché potremmo veramente trovarci di fronte a qualcosa di veramente esaltante. Curata nei minimi dettagli e con un’ambientazione lugubre, The Bridge è la serie tv che manca nel palinsesto della FX. Anche se il pubblico si trova a mettere questo show a paragone con The Killing, The Bridge ha una marcia in più rispetto alle tetre indagini di una Seattle piovosa ed umida.