IL DUO ZAL BATMANGLIJ-BRIT MARLING ASSICURA BRIVIDI E SUSPENCE PER LA SORPRESA INDIE DELL’ESTATE
GENERE: Thriller
USCITA: 4 luglio 2013
Ne abbiamo visti di film in cui l’agente senza macchia e senza paura si deve infiltrare in un gruppo di criminali per cercare di incastrarli. Ma nessuno aveva portato sullo schermo qualcosa di simile a ciò che hanno fatto la coppia di sceneggiatori Zal Batmanglij e Brit Marling, il primo anche regista e la seconda attrice tra le maggiori rivelazioni del nuovo cinema indipendente, da Another Earth a La regola del silenzio. I due riescono a confezionare un thriller che per metà della sua durata è capace di dare brividi per trovate estetiche tra le più bizzarre e incredibili degli ultimi tempi e per l’altra metà tiene incollati alla poltrona come un capitolo della saga di Bourne. Per intenderci The East non è solo azione, anche se gli ammiratori del genere potrebbero apprezzarlo, trovandoci qualche sorpresa.
Sarah è una giovane agente dello spionaggio industriale, tra le più capaci dell’agenzia per cui lavora. Una nuova difficile missione la attende: infiltrarsi in una rete di eco-terroristi, noti sotto il nome di The East, capaci di ritorcere contro capi di industrie farmaceutiche e multinazionali gli stessi veleni che questi, ignari, hanno dato ai loro clienti, portandoli a malattie –se non addirittura morti- inaspettate. Sarah, da sempre fredda e razionale, rimarrà lentamente sempre più coinvolta in questo gruppo, soprattutto dal momento in cui un legame si creerà tra lei e il capo Benji (un ispirato Alexander Skarsgård), mosso da ideali estremi capaci di trascinare anche la mente per niente docile della ragazza.
Tra spionaggio, dramma e momenti di puro surrealismo, l’opera numero due di Batmanglij & Marling sembra a un primo sguardo un remake con un budget più ampio del primo film della coppia, il pur inedito Sound of my voice, in cui due documentaristi s’infiltravano in una setta religiosa per cercare di scoprirne i misteri. In realtà The East con un ritmo e una confezione del tutto diverse esplora le stesse tematiche della mistificazione e della messa in discussione di ciò in cui crediamo con un’efficacia al giorno d’oggi rara nel cinema statunitense: ottimi anche i momenti in cui l’apparizione di video virali su youtube e riprese notturne da circuito chiuso danno risvolti più ‘paranoici’ al tutto, rendendo ancora più interessante l’estetica già matura del regista di origine iraniane.
Alcuni passaggi possono sembrare prevedibili, ma per il resto si tratta di un film in cui adrenalina e tematiche ‘alte’ riescono a conciliarsi, per una visione tra le più spettacolari dell’estate 2013: trattasi anche di uno di quei casi in cui per metà film non si riescono a individuare bene i cattivi, per arrivare poi alla sorpresa finale, in cui le aspettative dello spettatore vengono bruscamente scosse. Alla faccia dei blockbuster da 100 milioni di dollari e passa, è ancora il cinema indipendente a uscirne vincitore.