Open Grave: recensione film

IL RITORNO DA SHARLTO COPLEY COME EROE CUPO CONVINCE IN QUESTA INSOLITA PARABOLA ORRORIFICA

open-grave locandinaGENERE: Thriller/Horror

USCITA: 14 agosto 2013

VOTO: 3 su 5

DURATA: 102 min

Quando si parla di horror estivi si sa in quale territorio si va’ a finire: quello dei sequel non voluti, di prodotti destinati all’home video che stranamente finiscono in sala e simili. Ma non bisogna lasciarsi ingannare da Open Graves che in realtà ha molto di più da offrire rispetto a titoli come ESP 2 e a Lost Dinosaurs, fin dalla scelta del protagonista, Sharlto Copley, che molti ricorderanno come goffo eroe di District 9.

La scena iniziale è da antologia: Copley si risveglia al buio guardando nel vuoto, cerca di sgranchirsi lentamente gli arti, ma rumori inquietantissimi di ossa gracchianti vengono da non lontano. Il nostro in realtà ha solo una ferita superficiale sul braccio e riesce a muoversi benissimo. Una volta acceso l’accendino, scopre che quel rumore non veniva dal suo corpo, bensì dai cadaveri sopra i quali era steso. Una volta uscito dalla tomba comune del titolo, il protagonista si ritrova in una casa in cui vari personaggi discutono, cercando di capire cosa sta succedendo: tutti infatti non ricordano alcunché riguardo la loro identità, né perché si trovino là. Ma un inquietante mistero li lega tutti.

In realtà il concept dei ‘personaggi rinchiusi in un luogo chiuso, non ricordando nulla delle loro identità’ non è nuovo: già Identità sospette partiva da un concept simile, anche se poi la suspence dopo una buona mezz’ora scadeva, fino a scendere nella noia più totale. In questo caso l’enigma che lega i protagonisti viene dilungato per tutta la durata del film e solo di tanto in tanto vengono dati degli indizi che possono suggerire qualche idea agli ignari spettatori. Ogni dettaglio è necessario, ma solo alla fine ogni tassello andrà al suo posto, per la comprensione totale del mistero.

Possibile che con un soggetto così J.J. Abrams qualche tempo fa ci avrebbe tirato fuori una serie di 14 stagioni. Invece in Open Graves suspence e tensione vengono condotte dalla mano abile dello spagnolo Gonzalo López-Gallego che solo talvolta si lascia abbindolare da una sceneggiatura che forse prima dell’epico finale richiedeva qualche taglio. Ma tutto sommato non si puo’ che rimanere soddisfatti di fronte a un ibrido tra horror e thriller che pone la questione dell’identità e dei ricordi prima di sangue e sgozzamenti vari. Per una volta poi tutto il cast è valido, compreso Thomas Kretschmann, che dopo Dracula 3D cerca di fare i salti mortali per riacquistare la credibilità persa col disastroso film di Argento. Ottimo anche il già citato protagonista Sharlto Copley: dopo aver recitato in ruoli un po’ da perdente o da matto simpatico (A-Team), ora sia in questa pellicola che nell’imminente Elysium sembra ricoprire un ruolo molto più cupo e stratificato, che a sorpresa ben si adatta all’attore sud-africano, molto più camaleontico di quello che si poteva credere all’esordio.

In poche parole un horror che conquisterà gli appassionati di atmosfere ricercate, piuttosto chi cerca ‘sangue facile’. Non che in questa pellicola non ne scorra, ma prima viene richiesto uno sforzo mentale non adatto a chi cerca solo adrenalina. Ma chi si pone al gioco sarà comunque ricompensato.

 

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