Troppo stretta perché due macchine che arrivano in senso opposto possano passare senza che almeno una si metta da parte, Via Castellana Bandiera a Palermo diventa per Emma Dante il teatro di un duello tutto al femminile tra donne incattivite per motivi diversi dalla vita, tanto da non poter tollerare, tra le case sgarrupate di quel vicolo tutto mediterraneo, di dover fare un passo indietro, un atto di gentilezza e civiltà che dia respiro all’ingorgo creato.
Tratto dall’omonimo romanzo dell’attrice e regista teatrale, ora prestata al cinema, Via Castellana Bandiera vede una di fronte all’altra due intense figure femminili: da una parte c’è Rosa, fidanzata di Clara, scontenta della sua esistenza e della sua relazione che l’ha portata controvoglia nel capoluogo siculo dove la sua compagna deve andare per partecipare al matrimonio di un suo caro amico; dall’altra parte c’è Samara, anziana signora ritenuta fuori di testa dalla sua famiglia che la sfrutta noncurante del dolore che la donna porta come zavorra della sua vecchiaia a causa della prematura perdita della figlia.
Senza bisogno di alcun guanto di sfida Rosa e Samira si ritrovano l’una contro l’altra su quella strada troppo stretta, contornata da case fatiscenti: nessuna delle due lascia passare l’altra mentre Clara cerca di riportare Sara alla ragione e i parenti e conoscenti di Samira organizzano scommesse su chi delle due donne cederà per prima.
Emma Dante con un buon talento registico e un uso non sempre funzionale di particolari e dettagli porta sul grande schermo, attraverso un escamotage interessante, la rabbia animale dell’essere umano mostrando non solo le reazioni delle due protagoniste ma anche tramite quelle delle persone che si ritrovano, loro malgrado e non, all’interno della vicenda.
Tra le interpretazioni spiccano quelle delle due attrici principali: Sara, impersonata dalla stessa Dante che porta tutta la sua maestria interpretativa dal palco al cinema e Samira, la brava Elena Cotta (vincitrice della Coppa Volpi al 70mo Festival di Venezia proprio grazie a questo ruolo) che con i suoi silenzi riesce a dare il giusto spessore al suo disperato personaggio.
Nonostante alcune scene inutilmente pregne di estetismi a volte forzati Via Castellana Bandiera è una pellicola elegante, anche se in alcuni punti ricorda il Tornatore di Baaria nella sua grettezza di immagini ben curate, metafora di una società meschina e furiosa che si impone davanti a un episodio da nulla sfogando in quel nulla il suo dolore.