Anna Magnani: in ricordo di Nannarella

L’ATTRICE DEL RISCATTO NEL DOPOGUERRA ITALIANO

Il 26 settembre 1973 l’Italia intera vide in televisione 1870 l’ultimo film girato con Alfredo Giannetti non trasmesso insieme agli altri perché destinato al cinema. Anna Magnani, la protagonista, non vedrà mai il lungometraggio completo perché proprio quel giorno andò in onda come estremo saluto, e omaggio, alla donna che è stata volto dell’Italia del dopoguerra morta al Mater Dei 20 giorni dopo aver salutato la sua amata casa di Palazzo Altieri a Roma.

Anna Magnani è stata il volto imperfetto dell’Italia che ce l’ha fatta, del cinema della ricostruzione. Anna Magnani è stata un’attrice immensa capace di ruoli di grande intensità sia comica che drammatica, icona del cambiamento della donna, della sua estrema forza.

Di lei, risuona ancora forte la risata ma, allo stesso tempo, se si chiudono gli occhi è l’immagine di Nannarella madre che rincorre il proprio figlio portato via da un camion tedesco e la sua caduta, quasi resa, che sovviene nell’immediato alla mente. Madre di tutte le madri, in Roma città aperta.

La sua vita privata, come i suoi film, è stata costellata di sofferenze e di grandi passioni. Abbandonata da piccola dalla madre, della quale ha portato il cognome che ha passato anche a suo figlio Luca, che la affidò alla nonna, Nannarella si approcciò da giovanissima al pianoforte per poi lasciarlo e passare alla recitazione in quella che ora è l’Accademia di Arte drammatica Silvio D’Amico.

Per i primi di lavoro interpretò principalmente cameriere e cantanti fino a che, nel 1941, Vittorio De Sica le diede l’opportunità di portare sullo schermo un personaggio non secondario in Teresa Venerdì. Da lì la scalata per il successo fu imminente anche grazie a ruoli nell’avanspettacolo al fianco di grandi come Totò o Aldo Fabrizi, dove al centro della scena porta la sua dominante romanità che diventerà uno dei marchi del suo successo.

A tre anni dal suo debutto in un ruolo che non fosse di spalla Anna Magnani viene abbracciata dalla fama mondiale grazie a Roma città aperta. Nel 1956 vinse il premio Oscar che, per la prima volta nella storia viene dato a un’attrice italiana, con La rosa tatuata di Daniel Mann.

Premi e onorificenze hanno da allora colorato l’intera carriera dell’attrice dalla roca voce e dal carattere indipendente.

Volto femminile del neorealismo e della che non scende a compromessi con la bellezza, né tantomeno con la vita che in cambio le ha dato in dono un enorme, e irripetibile, talento.

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