Capitan Harlock 3D: recensione film

IL PIRATA ANTIEROE ROMANTICO E CORAGGIOSO TORNA PER IL GRANDE SCHERMO

Capitan Harlock 3DGENERE: cartone animato

DATA DI USCITA: 1 gennaio

DURATA: 115′

VOTO: 3,5 su 5

Mantello nero, viso coperto dai capelli che nascondono una benda sull’occhio e una cicatrice profonda: al timone dell’Arcadia torna Capitan Harlock, il pirata antieroe che alla fine degli anni 70′ è stato protagonista di una serie animata di enorme successo, in una veste del tutto nuova e modernissima.

Pirata da sempre è sinonimo di colui che si ribella contro il sistema e se alla fine degli anni 70′ Harlock, idealista e romantico nell’accezione letteraria del termine, lottava contro l’apatia dei terrestri e li difendeva dalle mire del Pianeta Manzone, oggi lo ritroviamo con le stesse caratteristiche a lottare contro la Coalizione di Gaia che vuole un predominio intergalattico mentre il pianeta terra è ormai privo di forme di vita. Ezra, il comandante della flotta nemica del fascinoso pirata manda Logan come talpa all’interno dell’Arcadia per ucciderlo.

Il giovane ragazzo e il Capitano hanno molto, oltre all’aspetto fisico, in comune: entrambi sono mossi dal senso di colpa, per il primo derivante da un incidente involontario da lui causato e nel quale il fratello ha perso le gambe e per il secondo dal peso di aver contribuito alla fine della vita sulla terra, che in entrambi i casi viene messo, con coraggio e morale, in discussione.

Capitan Harlock, realizzato da Shinji Aramaki, sembra essere un vero e proprio reboot dell’originale fumetto poi diventato cartone e, oltre all’eccellente grafica e al perfetto 3D, sono interessanti i temi politici che a suon di metafora tratta, partendo dall’attacco chi governa la Coalizione di Gaia fino ad arrivare alla totale sfiducia in questa umanità in declino.

Che le condizioni del mondo siano peggiorate in questi più di trent’anni durante i quali l’Acadia non ha viaggiato nell’universo è palese anche per una scelta in particolare nella sceneggiatura di questa pellicola: se prima Harlock difendeva i terrestri apatici adesso la terra neanche è più degna di loro. Di noi.

L’autoreferenzialità con la quale si conclude il cartoon. e dove si ammette che il mito di Harlock deve durare per l’eternità perché qualcuno difenda l’umanità da se stessa, non infastidisce nonostante la gran dose di sfiducia che porta in sé, in quanto anche noi, come i due protagonisti di questo affascinante lavoro, abbiamo un senso di colpa che ammette, come un grillo parlante, che sarebbe bene esistesse qualcuno che abbia come scopo quello di salvarci da noi. Meglio se ad avere questa garanzia fosse un tempo che coincide con l’eternità.

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