DAGLI ANNI 70’ E PER UN VENTEZZIO L’ATTORE HA FATTO FREQUENTE USO DI STUPEFACENTI,PAROLA DI MARC ELLIOT
Nella speranza che Jack Nicholson si rimangi, o rifletta perlomeno, le parole dette al The Sun: “Non lavorerò fino al giorno della mia morte, non è per questo che ho cominciato a recitare. Il fatto è che non sento più la motivazione. Prima, l’avevo, ora no. Non sento più il bisogno di andare lì fuori. Mi è venuto l’agghiacciante pensiero che forse i ventenni e i trentenni di oggi non vogliano più essere commossi, emozionati. Che forse vogliano solo vedere più bombe, più esplosioni, perché è quello con cui sono cresciuti. E io non farà mai quel genere di film.”, sta per uscire, ad opera di Marc Eliot, Nicholson, una biografia che racconterà la vita degli eccessi dietro le quinte dell’attore di Shining.
L’oggi 76enne star Hollywoodiana, secondo quanto scrive l’autore, iniziò a fare uso di stupefacenti negli anni ’60 e, proprio quando partorì la sceneggiatura de Il serpente di fuoco (1967), era sotto l’effetto di acidi.
La droga sarebbe stata una costante anche sul set di Easy Rider mentre la sua casa a Los Angeles sarebbe stata luogo e meta di famigerati party a base di donne, alcool e stupefacenti.
Nicholson, a detta della biografia, avrebbe smesso di straviziarsi negli anni 8’ a causa di problemi di saluta e dell’allontanarsi di cari amici che non apprezzavano il suo autolesionismo.