TRA DOCUMENTARI, SAGHE E COMMEDIE RIPRENDE UFFICIALMENTE LA STAGIONE DEL GRANDE SCHERMO
Anche per i pochi fortunati che si sono potuti permettere una pausa estiva il tram tram giornaliero è ormai ricominciato ed ecco che la sala cinematografica diventa nuovamente un’oasi felice dove staccare, almeno per un paio d’ore, dalla routine lavorativa e non solo.
Sono molte le uscite in sala di questo secondo week end di settembre.
Ecco, di curioso in cuorioso, quali sono le migliori.
PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO: IL MARE DEI MOSTRI (per curiosi dal libro al film):
Torna, a distanza di ben tre anni, il secondo capitolo fantasy dei libri dello scrittore statunitense Rick Riordan. Nel secondo film, il mezzosangue figlio del dio dei mari Poseidone (ancora interpretato da Logan Lerman) dovrà salvare il proprio campo, minacciato dai Lestrigoni, un popolo di mostri giganti mangiatori di uomini. La barriera protettiva a difesa di Campo Mezzosangue inizia a dare segni di cedimento, a causa di una misteriosa malattia che ha colpito il pino sul confine. L’unico modo per salvare l’albero e il campo è il Vello d’Oro, smarrito da molti anni nel mare dei mostri. Così, Percy e i suoi amici intraprenderanno un viaggio pericoloso per trovare la reliquia, attraversando il Mare dei Mostri.
L’ARBITRO (per curiosi di italico cinema):
L’Atletico Pabarile, la squadra più scarsa della terza categoria sarda, viene umiliata come ogni anno dal Montecrastu, la squadra guidata da Brai (Alessio di Clemente), arrogante fazendero abituato a vessare i peones dell’Atletico in quanto padrone delle campagne. Il ritorno in paese del giovane emigrato Matzutzi (Jacopo Cullin) rivoluziona gli equilibri del campionato e l’Atletico Pabarile comincia a vincere una partita dopo l’altra, grazie alle prodezze del suo novello fuoriclasse. Le vicende delle due squadre si alternano con l’ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi), ambizioso arbitro ai massimi livelli internazionali, nonché con la sottotrama di due cugini calciatori del Montecrastu, coinvolti in una faida legata ai codici arcaici della pastorizia. Matzutzi riesce a fare breccia nel cuore di Miranda (Geppi Cucciari), la figlia dell’allenatore cieco Prospero (Benito Urgu), mentre l’arbitro europeo Cruciani si lascia coinvolgere in una vicenda di corruzione che lo porterà in un attimo dalle stelle alle stalle: viene infatti colto in flagrante ed esiliato per punizione negli inferi della terza categoria sarda.
COME TI SPACCIO LA FAMIGLIA (per curiosi di commedie made in USA):
David è un eterno Peter Pan che, come quando era più giovane, campa grazie alla vendita di sostanze stupefacenti. Un giorno alcuni ragazzi della sua zona gli rubano i soldi e l’erba per questo l’uomo per il quale lavora gli da un’ultima possibilità proponendogli di portare una grossa quantità di droghe leggere dal Messico agli Stati Uniti. Come riuscirci? Semplice, facendo ciò che non ha mai avuto il coraggio di fare nella sua vita ovvero mettendo su famiglia e chiedendo per questo aiuto a Rosie, la sua vicina di casa spogliarellista, a Casey, un’adolescente ribelle, e a Kenny un timido ragazzo ancora vergine. I Millers, la famiglia neo nata parte così per il Messico dando vita a una commedia degli equivoci on the road.
MOOD INDIGO- LA SCHIUMA DEI GIORNI (per curiosi di Amelie):
Quella tra Colin (Romain Duris) e Chloè (Audrey Tatou) è davvero “la più dolce e straordinaria di tutte le storie d’amore“. Dalla prima volta che si sono incontrati ad una festa, non potranno più stare l’uno lontano dall’altra. La prima parte del film è infatti caratterizzata da un climax di dolcezza ed emozioni che fanno bene al cuore anche di chi guarda, nella quale la storia d’amore è arricchita di aneddoti visivi e creazioni d’oggetti geniali che divertono ed entusiasmano. Non si può non rimanere ammaliati dal pianoforte che a seconda della musica che suoni ti prepara un cocktail, o dal topolino amico fedele dell’uomo, o dal cartellone illuminato che ti dice quando è pronto a tavola, o dall’uomo-cuoco che ti aiuta in cucina tramite la tv, il frigorifero ed il forno. Una serie articoli esorbitanti che lasciano senza parole per l’inventiva e allo stesso tempo regalano la risata per la loro originalità.
THE SPIRIT OF 45’ (per curiosi di storia inglese):
Tramite interviste a testimoni, lavoratori e anche studiosi di quell’epoca che si alternano a moltissime immagini di repertorio, Ken Loach nel suo documentario Spirit of 45’ ripercorre un frammento decisivo della storia della Gran Bretagna partendo dall’uscita dal conflitto mondiale fino ad arrivare al governo Tatcher. Il lavoro è una ricostruzione di ciò che avvenne in uno Stato che in quegli anni ha attraversato i problemi della ricostruzione, delle differenze sociali che erano state acuite all’inverosimile dalla guerra e di tutto ciò che portò il partito laburista ad affermarsi nel 1945 con Clement Richard Attlee e a discapito di Winston Churchill salvando così il paese dal baratro. Al suo racconto Loach non aggiunge abbellimenti concedendosi solo il lusso di un bianco e nero evocativo. La narrazione è lineare e, certo, raccontata sempre attraverso gli ideali del cineasta che si sentono duri contro lo smantellamento dello stato sociale e dei privilegi.
CHE STRANO CHIAMARSI FEDERICO. SCOLA RACCONTA FELLINI (per curiosi nostalgici):
Il viaggio che Scola ci propone nel suo ultimo lavoro ripercorre gli albori della carriera di Federico Fellini, riportando alla memoria dello spettatore anche una serie di personaggi come Steno, Marcello Marchesi, Stefano Zavattini e altre illustri penne dell’epoca, passando poi per i grandi successi del Maestro e per le sue grandi fissazioni (come quella di girare in macchina per Roma e dare passaggi a estranei per farsi raccontare le loro vite) fino ad arrivare al rapporto con Marcello Mastroianni e alla morte del cineasta che commosse e intristì il mondo, non solo del cinema. In un montaggio che unisce fiction e filmati di repertorio Ettore Scola, con una malinconia leggera, dipinge un quadro molto tenero del suo amico Federico senza però aggiungere nulla d’inedito al bel ricordo che lo spettatore ha dell’acclamato regista cinque volte Premio Oscar. Bugiardo, curioso, ironico, geniale: questo è il Fellini che per notti intere ha girato in macchina col suo amico Scola, questo è il Fellini che l’Italia ha amato e che ha portato il cinema italiano a livelli che, a oggi, sembrano essere un lontano miraggio.