MUORE A 85 ANNI LUIGI MAGNI IL REGISTA COMICO DELLA ROMA PAPALINA E RISORGIMENTALE
“Apprendo con dolore della scomparsa di Luigi Magni, tra i massimi narratori per immagini della storia e dello spirito di Roma“. Ricorda così il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, Luigi Magni, il regista, sceneggiatore e soggettista italiano, definito il cantore del popolino romano. Il grande pubblico lo conosce per le sue commedie intelligenti e in particolare per la trilogia che comprende Nell’anno del signore (1969), In nome del Papa re (1977), In nome del popolo sovrano (1990).
In realtà il romanissimo Luigi Magni, iniziò la sua carriera come sceneggiatore e soggettista nel 1956, affiancando Age & Scarpelli per Tempo di villeggiatura di Antonio Racioppi con Vittorio de Sica protagonista. Lavorò poi a tanti film, più o meno commerciali finché nel ’68 ebbe l’occasione di collaborare con Mario Monicelli per La ragazza con la pistola, film che vide Monica Vitti per la prima volta in veste comica.
12 anni dopo l’inizio della sua carriera, Magni, decise di passare dietro la macchina da presa, esordendo con la commedia Faustina, con Renzo Montagnani e Ottavia Piccolo, storia della moglie di un “tombarolo” che viene continuamente picchiata dal marito. La pellicola registrò un buon successo e permise a Magni di proseguire nella sua professione di regista. Questo fu il momento della sua prima opera di successo, Nell’anno del Signore (1969) che definì il suo genere cinematografico, incentrato sulla volontà di raccontare Roma e in particolare quella parte papalina e risorgimentale di cui è composta. Questo film fu determinante perché segnò il sodalizio con il grande Nino Manfredi, suo attore preferito e diede inizio poi al suo ciclo di commedie ambientate nella Roma papalina e risorgimentale, raccontando con ironia le storie di gente comune e potenti d’Oltretevere, non dimenticando il linguaggio squisitamente popolare.
Non solo Nino Manfredi tra i suoi attori, anche Claudia Cardinale, il sopra le righe Ugo Tognazzi, e Pippo Franco. Nel 1973 fu la volta di un altro film di successo, La Tosca a cui seguirono, nel ’76, Quelle strane occasioni, diretto a quattro mani con Luigi Comencini. La critica finalmente premiò nel 1977 Luigi Magni con il David di Donatello per la migliore sceneggiatura di In nome del Papa Re. La commedia raccontava di un rivoluzionario anti-papale che scopre di essere figlio di un monsignore, il tutto condito con quei toni amaro-picareschi che rendono il film una vera bandiera della Città Eterna. Seguirono Secondo Ponzio Pilato (1987), ‘O Re (1988), In nome del popolo sovrano (1991) e Nemici d’infanzia (1995), con Renato Carpentieri, che gli fece vincere il secondo David di Donatello per la sceneggiatura. Non smise però di lavorare e nel 2000 si dedicò alla regia di La carbonara con Lucrezia Lante Della Rovere.
Dopo la morte di Nino Manfredi nel 2004, Luigi Magni uscì dalla scena cinematografica e ieri all’età di 85 si è spento definitivamente.
Roma, i romani e gli italiani lo ricorderanno sempre. I funerali si svolgeranno martedì 29 ottobre nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo.