IL REGISTA, CRITICO E SCENEGGIATORE COME MONICELLI SI È TOLTO LA VITA
Giù dal balcone: come Mario Monicelli anche il regista Carlo Lizzani ha deciso di porre così fine alla sua vita. Una vita intensa.
Sceneggiatore, negli anni in cui il movimento neorealista scuoteva la letteratura e la cinematografia italiana, per Vergano, De Santis, Rossellini e Lattuada fino al suo esordio come cineasta prima con un documentario, Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato, e poi con Achtung! Banditi!. Erano gli anni 50’ erano gli anni che ancora l’Italia rimpiange pensando al cinema che fu.
Lizzani ha attraversato la storia contemporanea italiana dirigendo grandi capolavori e pellicole poco degne di nota. Spesso ha prestato il suo talento alla televisione e alla scrittura per saggi e per la sua autobiografia Il mio lungo viaggio nel secolo breve.
Pensatore sempre onesto è stato direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia dal 1979 al 1982, il cineasta aveva festeggiato lo scorso anno i suoi 90 anni a La Casa del Cinema di Roma con una rassegna in suo onore.
Nato il 3 aprile del 1922 l’uomo di cinema e cultura ha deciso di volare per l’ultima volta non con la mente ma con tutto se stesso lanciandosi dalla finestra della sua casa di Roma nel quartiere Prati. Le ultime sue parole sono state scritte per i figli, in un biglietto trovato dopo il tragico accaduto e che recitano: “Stacco la chiave”.