LA RECENSIONE IN ANTEPRIMA DI UNA BELLA COMMEDIA SULL’IMMATURITÀ DEGLI ADULTI E IL DISORDINE SENTIMENTALE
DURATA: 90′
VOTO: 4 su 5
Di Drinking Buddies probabilmente non ne avremmo sentito parlare ancora – d’altronde non è stato venduto sul mercato cinematografico italiano – se non fosse stato che tutti i giornali ne hanno parlato, in vista della pubblicazione nella top 10 dei film del 2013 di Quentin Tarantino. Si è aggiudicato un bel quinto posto, una metà classifica che si merita tutto. Non è un film particolare, non racconta una storia originale, non parla di personaggi che ammaliano. E’ un film che basa la sua forza sul racconto, ovvero sul realismo della narrazione e la bravura degli attori, che riescono a fare di una storia qualunque una storia davvero appassionante. Joe Swanberg infatti, dirige una commedia sull’amore e le incongruenze della vita, volgendo l’occhio della macchina da presa su due persone e analizzando la critica situazione delle loro vite, in un momento in cui si è troppo adulti per prendere la vita come viene, esattamente come i ragazzi, ma allo stesso tempo ancora impreparati per impegnarsi per la vita.
Kate (Olivia Wilde) e Luke (Jake M. Johnson) lavorano nella stessa fabbrica di birra, ed entrambi amano passare serate a bere. La loro è inizialmente un’amicizia come tante, di quelle belle da vedere e che potrebbero durare per sempre, tanto che decidono di partire per un weekend fuori porta insieme alle rispettive dolci metà. Proprio in questa occasione però, una crepa si insinua nei rapporti, per via di un bacio tra Chris (Ron Livingston) e Jill (Anna Kendrick). Così Chris appena tornati lascia Kate, e Jill comincia a parlare insistentemente di matrimonio. Ma questa non è la loro storia, è la storia di Luke e Kate, che nel susseguirsi di eventi non fanno che avvicinarsi sempre più, fino a toccare quel labile confine che esiste tra amicizia e amore in un rapporto uomo donna.
La trama, come dicevamo, non è niente di eccezionale: un intreccio sentimentale che il mondo del cinema ha già sperimentato più e più volte. Ma la spontaneità degli attori, la semplicità delle loro interpretazioni rendono il racconto davvero palpabile, un po come se quello che stessimo vedendo è ciò che è successo alla coppia di nostri amici di cui parlavamo ieri sera. Un bicchiere di birra ed uno shot poi, ecco venire fuori l’immaturità, l’insicurezza e la confusione umana, quel disordine mentale che scombussola i sentimenti quando nuove emozioni entrano in campo. Il lavoro ha questa resa così concreta e tangibile anche grazie ad una sceneggiatura semplice ma scorrevole, talvolta lasciata all’improvvisazione.
E’ un racconto fresco e genuino, che grazie al suo naturalismo dona al film un carattere universale, e lo rende appetibile agli occhi di molti. Si consiglia una visione rigorosamente seguita da una sana bevuta di birra tra amici!