GIANCARLO SCROFANI GIRA UN META-FILM A ZERO BUDGET DI GRANDE IMPATTO CITAZIONISTA
Assunta è una ragazza del sud, che si reca al mercato per conto dalle zia Vata. Lì, tra una bancarella e l’altra, viene adocchiata da Vincenzo, che la invita a casa a bere qualcosa. Assunta racconta la sua vita impegnata tra il lavoro nei campi e la casa, ma Vincenzo ha tutt’altre intenzioni. L’uomo importuna la ragazza, in modo violento rapisce Assunta, segregandola in casa, legata alla caviglia da una catena.
Passa del tempo, e Assunta inizia a innamorarsi del suo rapitore, che capisce di aver commesso un grande errore, e in una notte, scappa, lasciando Assunta libera. La ragazza ormai disonorata, parte alla ricerca del suo amore, per vendicarsi, il suo viaggio la porta al nord, dove ospite del cugino, inizia a vivere una nuova vita. Riuscirà Assunta a trovare Vincenzo e vendicarsi?
Girl’s Gun, primo lungometraggio di Giancarlo Scrofani, è un film liberamente ispirato a “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli e dedicato a Monica Vitti. Oltre all’ispirazione dichiarata, il film contiene un ventaglio di citazioni incredibili tra le righe, di cinema di varie epoche e di vari generi. Il primo autore a essere citato è Pedro Almodòvar, del quale Scrofani coglie elementi del rapimento ricordando le atmosfere e la “sindrome di Stoccolma” raccontata in modo originale in “Legami ! (i Atame !)” del 1989, con Antonio Banderas e Victoria Abril.
Così come quel film rappresenta un passaggio fondamentale per la poetica di Almodòvar, capace di unire metacinema e finzione, rapimenti e amore per il rapitore, Girl’s Gun è un immaginaria parodia in cui l’eros e il grottesco provocano ilarità, ma il film non è mai volgare, anzi è sempre divertente e pronto a strizzare l’occhio allo spettatore.Incursione di generi è fondamentale nel film di Janka: dal queer, rappresentato da alcuni personaggi travestiti e truccati in stile “Priscilla, la regina del deserto” fino alla parodia, passando per la commedia, il grottesco, il noir e l’erotico: i generi sono ibridati e fusi talvolta in nuovi ibridi mai incontrati.
La parodia e le battute acute ricordano alcuni passaggi fondamentali di “Pepi, Luci Bom e le altre ragazze del mucchio”, primo lungometraggio di Pedro Almodòvar, con le sue ingenuità e le tematiche del disonore, della vendetta verso l’uomo responsabile di aver tolto l’onore alla ragazza. La musica è protagonista del film di Janka, realizzate anch’esse dal regista, che ha contribuito al film nelle acconciature, nel trucco, in tutto, come un abile artista, capace di curare ogni dettaglio della sua opera.
Belli i titoli di testa, realizzati da Janka in un collage dove viene utilizzate l’iconografia di Cristi e Madonne per rappresentare gli attori, ma con un montaggio da film pulp sul tema della vendetta. Citazioni ancora nella figura di Vincenzo, il rapitore, interpretato da Giancarlo Scrofani: Assuntina per difendersi, usa la scarpa come arma per accecarlo, creando un personaggio citazione di tutti i personaggi bendati del cinema, da Capitan Harlock a Ally Driver di “Kill Bill”. Il Queer, il viaggio al nord per vendicare l’innocenza perduta, le scene oniriche, tutto contribuisce a rendere il film divertente e molto godibile. E tutto a zero budget !
Dice l’autore: “L’idea per Girl’s Gun nasce due anni fa. Avevo rivisto da poco il film di Mario Monicelli, La ragazza con la pistola, con una superba Monica Vitti; il film è uno spaccato del meridione anni 70, con forti influenze comiche e drammatiche. Ho rivisto in Assunta (Monica Vitti), un personaggio forte, che affronta un viaggio, una crescita interiore, un personaggio che sarebbe potuto nascere dalla penna di Tarantino, questo mi ha affascinato talmente tanto, da chiedere alla mia migliore amica Francesca Mitolo di aiutarmi a scrivere una sorta di omaggio al grande film di Monicelli”.