Lovelace: recensione film

DA GOLA PROFONDA A ORDEAL, LA VERA STORIA DI LINDA LOVELACE

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GENERE: drammatico

DATA DI USCITA: 8 maggio

DURATA: 92′

VOTO: 3,5 su 5

1972: la rivoluzione sessuale è nel periodo di suo massimo splendore e proprio sulla scia di un cambiamento di costume e inibizione  il regista Gerard Damiano dirige il primo film pornografico che ha dato dignità al genere grazie a una trama non stereotipata che vede Linda, la protagonista, frustrata dalla sua insoddisfazione sessuale, nonostante il suo mestiere sia quello della prostituta, scoprire che l’origine del suo problema è una malformazione genetica che l’ha portata ad avere il clitoride in gola.

Costato solo 25 mila dollari Gola profonda è stato un successo senza eguali ma la storia della protagonista, Linda Lovelace, che a soli 21 anni si ritrovò catapultata nell’industria pornografica per divenire immediatamente oggetto del desiderio per i maschi di tutto il mondo, è molto lontana dalla frivolezza che di lei traspare nella pellicola.

Nata da nel Bronx Linda Susan Boreman si sposò molto presto con Chuck Traynor il quale la obbligò a partecipare al lungometraggio pornografico che la rese famosa. Lovelace, di Robert Epstein e Jeffrey Friedman è un biopic che vuole raccontare il dietro le quinte della famosa pellicola ripercorrendo parte della storia della sua protagonista, interpretata da una convincente Amanda Seyfried.

Diviso idealmente in due parti, il lungometraggio nella sua prima metà accenna alla famiglia bigotta della donna, spiegando il motivo psicologico del suo legame col primo marito Chuck e dipingendo la loro storia e la scelta di partecipare al cult movie come quasi spontanea, per poi aprirsi in un secondo tempo, più veritiero e meglio riuscito, in cui la realtà delle cose viene a galla.

Il film finisce nel momento in cui, nel 1980, la Lovelace pubblica il suo primo libro Ordeal schierandosi dalla parte delle femministe contro la strumentalizzazione della donna. L’ultima immagine ricostruita che vediamo di lei è quella di madre e donna appagata.

Nonostante le vicende successive e nascoste dal successo di Gola profonda siano note, molto spesso la figura della sua protagonista viene ancora accostata al suo esordio cinematografico.

Linda è morta nel 2002 in seguito a un incidente stradale e questo lungometraggio, che riesce – nonostante l’argomento – a non scadere mai nella volgarità tranne quando volontariamente e in maniera funzionale tratta dell’umana volgarità delle persone che circondavano la ragazza, ridà dignità a un’attrice che per gran parte della sua vita ha cercato di staccarsi dall’immagine che gli altri avevano, e hanno, di lei. Immagine nella quale, dopo Gola profonda, non si è più riconosciuta.

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