IL FILM COGLIE L’ESSENZA DI PENNAC NELL’IRONIA E NELLA FANTASIA DELLA TRASPOSIZIONE
DATA DI USCITA: 14 novembre
DURATA: 90 minuti
VOTO: 4 su 5
Di solito è tra le nuvole ma scende per mettersi nella merda: non c’è descrizione più adatta per cogliere l’essenza di Benjamin, protagonista di Il paradiso degli orchi, lungometraggio tratto dall’omonimo, nonché primo romanzo, di Daniel Pennac lo scritto-affabulatore di Francia, il Baricco più ironico ma non meno furbo d’Oltralpe.
Monsieur Malàussene – Benjamin – fa come professione il capro espiatorio presso un grande centro commerciale dove ad un certo punto ovunque lui si trovi avvengono strani incidenti e così il ragazzo, con la complicità della giornalista zia Julia, dovrà indagare su cosa succede.
Sono rarissimi i casi in cui le trasposizioni, soprattutto di romanzi tanto amati come l’opera prima dello scrittore francese, ricalcano alla perfezione l’essenza di una storia e, in questo caso specifico, i colori sgargianti della narrazione, eppure Nicolas Bary ne Il paradiso degli orchi riesce a rendere il film una rarità e non solo: pur ambientando ai giorni nostri una storia scritta trent’anni fa sin dalle prime immagini lo spettatore viene immerso nella modernità tecnologica a cui è abituato dove l’apertura del centro commerciale sembra l’inizio di una trasmissione televisiva. Questo trasportare nel tempo la storia non intacca minimamente l’assetto narrativo e il legame forte che ha con la sua versione letteraria sia nel ritmo che nella parte immaginifica.
Bary trasforma la fantasia in scene cogliendo perfettamente la poetica di Pennac e trascinando lo spettatore, sin da subito, all’interno della pellicola esattamente come il lettore è trascinato dallo scrittore nel cuore del libro. Il film amalgama alla perfezione giallo, commedia degli equivoci e favola come solo la parola scritta era finora riuscita a fare.
Il paradiso degli orchi è solo il primo dei tre libri che vede al centro delle vicende Monsieur Malàussene e adattato fa venire voglia di seguire ancora le sue vicende, seppur note, sul grande schermo per fare un salto, anche con gli occhi, nel mondo fantastico di del personaggio nato dalla penna, quando era ancora geniale, di Pennac.