JOAQUIN PHOENIX E’ ACCOMPAGNATO DA SPIKE JONZE E ROONEY MARA PER PRESENTARE “HER”
Film attesissimo con una storia d’amore anticonvenzionale. Un regista sperimentatore e creativo come pochi. Un attore da premio Oscar, incredibilmente ancora non conquistato. Un’attrice ormai non più emergente, dalle ottime capacità. Queste le aspettative e i numeri di Her – qui la nostra recensione in anteprima, film in concorso all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Diretto da Spike Jonze (Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee, Nel paese delle creature selvagge) ed interpretato da Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Amy Adams e Scarlett Johansson, il cast si è ritrovato ieri nella Capitale, in occasione della prima stampa. Applausi senza fini, critica positiva, indiscrezioni che lo vogliono come vincitore: il film ha riscosso un successo insuperabile.
Ad esplodere e animare la chiacchiera, la figura dirompente di Joaquin Phoenix, che ha saputo ammaliare e divertire la stampa in sala con la sua vivacità. Spontaneo, sincero, schietto: un vero one-man-show che ancora una volta ha scioccato – i più cattivi si sono detti infastiditi – per essersi acceso una sigaretta durante la conferenza. Quasi come se si sentisse a casa, ha schivato addirittura alcune domande della stampa sulle quali non riteneva di aver niente da dire. A contenere la sua esuberanza, uno spiritoso e allegro Spike Jonze.
Perché ha voluto raccontare proprio questa storia?
Spike Jonze: volevo raccontare una storia che raccoglie argomenti differenti sui quali ho riflettuto molto negli ultimi anni: i rapporti umani e il modo in cui viviamo, cercando di fare un film che non prenda posizione rispetto alle scelte dei personaggi. Se inizio a giudicare, non vedo altro. Ho deciso di narrare la storia di un uomo che ha un rapporto d’amore con un sistema operativo: se normalmente i sentimenti vivono più facilmente nelle nostre teste, anche il personaggio di Joaquin riesce a rapportarsi meglio con una voce piuttosto che con una persona in carne ed ossa.
La sceneggiatura è avanguardista, mentre i costumi e le scenografie sono d’epoca. Perché questa scelta?
Spike Jonze: volevo creare un mondo dove ci si potesse muovere con facilità. Una realtà gradevole insomma: buon cibo, caffè buono. Voi in Italia siete abituati, noi americani non ancora.
Agli attori: come vi siete avvicinati al film e come vedete il vostro personaggio?
Joaquin Phoenix: la mia agente che sarebbe anche mia sorella, conosceva Spike e mi ha mandato la sceneggiatura. Una cosa tira l’altra. Il mio personaggio è un uomo che aveva una vita serena, comunicava, interagiva.. tutto prima del divorzio, dopo il quale, ha iniziato a sentirsi inadeguato a questo mondo. Per quanto riguarda la preparazione invece, non so bene cosa dire. Io non ho una tecnica particolare, si tratta di un’evoluzione costante. Non ho una formula che uso quando vado a lavorare. Soffro, sono confuso.
Rooney Mara: ho letto la sceneggiatura, che non mi ha inviato mia sorella, e me ne sono innamorata subito anche se Spike pensava che fossi troppo giovane per il personaggio. L’ho dovuto convincere, mostrandogli ostinazione e voglia.
Samantha è solo una voce, quella di Scarlett Johansson. Come si è trovato Joaquin Phoenix a recitare con una voce?
Spike Jonze: quando abbiamo girato il film c’era un’attrice che interpretava Samantha ed interagiva con Joaquin mentre in post-produzione è arrivata Scarlett . Noi eravamo con lei durante la registrazione, affinché si creasse un’intimità.
Joaquin Phoenix: io e Scarlett, pur non recitando fisicamente insieme, eravamo a stretto contatto quindi voglio ringraziare questa fantastica interprete senza corpo!
Il film si chiude con una lettera. Vuole forse significare che ormai siamo maggiormente capaci di comunicare attraverso la scrittura invece che la tecnologia?
Spike Jonze: non ho voluto denigrare la realtà virtuale o nulla di tutto ciò. E’ praticamente impossibile esprimere un giudizio ma resto convinto di una cosa: anche la scrittura è tecnologia, sono solo nuove forme di tecnologia, qualsiasi mezzo tecnologico è autorizzato per esprimerci e per comunicare emozioni.