FEDERICO E RICCARDO, LA VERA STORIA
Federico Fellini era un bugiardo: lo ha ribadito il suo amico Ettore Scola nel docu-film Scola racconta Fellini e lo ha ammesso la storia. Quello che non è così noto, però, è che molte delle menzogne raccontate dal Maestro avevano come spunto la vita di suo fratello, Riccardo.
Riccardo Fellini era un anno più giovane di Federico e aveva una personalità molto più eccentrica. Simili nei lineamenti ma totalmente diversi nella indole i fratelli Fellini per molti anni sono stati estremamente uniti tanto che Federico scelse Riccardo come uno dei protagonisti de I vitelloni. La crisi tra i due consanguinei scoppiò nel momento in cui Riccardo decise di darsi alla regia non cambiando il proprio cognome nel periodo in cui Federico era in forse crisi creativa dopo l’enorme successo di La dolce vita. Da allora, e per trent’anni, i fratelli non si parlarono più fino a che una malattia sconosciuta e mai compresa dai medici colpì Riccardo accompagnandolo alla fine della sua esistenza.
Sembra impossibile pensare che Federico avesse paura del talento di suo fratello che, proprio mentre lui girava il mondo per ritirare le maggiori onorificenze che la cinematografia può dare, veniva stroncato al Festival di Venezia per la sua prima e unica opera di finzione. Eppure anche questo raccontano Roberto Naccari e Stefano Bisulli nel loro documentario L’altro Fellini che mostra per la prima volta il rapporto tra i due fratelli usando come spunto della dolorosa rivalità Il libro dei sogni di Federico venuto alla luce dopo la sua morte e nel quale, per un certo periodo, molte pagine sono state dedicate all’altro.
Filmati di repertorio e interviste a parenti e collaboratori di entrambi i cineasti ripercorrono la loro complessa relazione, dall’infanzia documentata in fotografie dove i Fellini sembrano quasi gemelli passando per la loro unione artistica, fino ad arrivare alla fine della vita di Riccardo.
I due registi hanno dato lo stesso spazio narrativo e la stessa importanza a entrambe le figure ed è interessante ascoltare tramite altrui voci le letture della fragilità di un uomo che ancora oggi il mondo ci invidia per la sua – settima – arte.
La nostalgia è il sentimento predominante che colpisce alla visione di questo lavoro, nostalgia del buon cinema, degli anni andati che sembrano – a oggi – essere artisticamente superiori al presente e al futuro.
Fellini è il regista più raccontato del nostro paese e forse il suo carattere schivo non avrebbe approvato questo interesse mai scemato anche per i suoi segreti e per il suo privato, curiosità che con questa opera trova respiro. No, non sarebbe d’accordo, se ancora fosse tra noi. Ma d’altronde noi, con tutta questa attenzione, gli stiamo dimostrando attenzione e mancanza. Con questa attenzione lo stiamo, a nostro modo, ringraziando.