CHRISTIAN COOKE: FARE SHAKESPEARE AL CINEMA È UN PRIVILEGIO
Non si sentiva la mancanza di un ennesimo adattamento cinematografico di Romeo e Giulietta eppure, il cineasta Carlo Carlei, ha voluto portare proprio la storia d’amore più importante del mondo sul grande schermo. Abbiamo incontrato il cineasta e il cast al Festival Internazionale del Cinema di Roma:
Come è stato interpretare un personaggio tanto importante come quello di Romeo?
Douglas Booth: interpretare Romeo è stato difficile, ovviamente una parte del genere ti schiaccia, ti intimidisce. Io ero moto giovane avevo solo 19 anni ma ho cercato di dare al personaggio qualcosa di mio, le mie emozioni. L’importante era concentrarsi su qualcosa di nuovo.
Christian Cooke: Sicuramente è stato molto impegnativo ma fare Shakespeare al cinema è un privilegio per qualsiasi attore.
Come ha scelto gli attori e cosa ha ricercato?
Carlo Carlei: Volevo che tutto fosse molto naturale, per il personaggio di Romeo ho scelto proprio Douglas perché quando recita fa trasparire le sue emozioni in modo naturale e questo è proprio quello che volevo per il film. Ho puntato molto sulla recitazione, ho preteso che tutti i personaggi partecipassero al dramma ma soprattutto alla storia d’amore tra i giovani Romeo e Giulietta.
Julian per lei quanto è stato difficile riscrivere una grande storia come questa?
Julian Fellowes: Non posso dire che non mi abbia messo paura ma in realtà Shakespeare viene riscritto da sempre, il mio compito non è stato quindi assolutamente nuovo. Ho pensato ai giovani, volevo riscrivere Shakespeare per un pubblico moderno e non scolastico.
Una domanda per gli attori: come avete trovato il punto di equilibrio tra la recitazione teatrale e quella cinematografica?
Douglas Booth: La maggior parte della mia carriera è stata al cinema e devo ammettere che le due tecniche sono molto diverse tra loro. Ho pensato, in questo caso specifico, di occuparmi delle emozioni che il copione mi aveva trasmesso senza preoccuparmi molto della tecnica.
Cosa vi ha spinto a prendere a cuore, a voi della Swarovsky Ent., la rilettura della più famosa storia d’amore?
Swarovsky Ent: Come azienda ci siamo sentiti in linea con questo prodotto, crediamo molto nella creatività e nell’arte.
Secondo lei(Damian Lewis) Homeland può essere considerata un po’ come una tragedia di Shakespeare?
Damian Lewis: Sì credo sia proprio così, i modelli per Homeland sono stati tanti ci siamo riferiti anche agli antichi greci e a Dante.
Questa sua partecipazione a Romeo and Juliet la vede come una pausa da Homeland?
Damian Lewis: Impossibile dire che Shakespeare sia una pausa. Volevo partecipare a questo progetto. Devo ammettere che mi sono divertito molto ad interpretare un personaggio come Lord Capuleti.