THE STAG E’ UN ADDIO AL CELIBATO ESILARANTE PER UN GRUPPO DI UOMINI, VERI IRLANDESI
DURATA: 90′
VOTO: 3,5 su 5
L’orgoglio puro metto l’uomo a nudo (e non solo in senso metaforico), lo prova delle sue ostinazioni, lo spoglia del partito prego e riduce menzogne il verità. Serve un addio al celibato sconclusionato ed esilarante per celebrare il cuore pulsante di un Irlanda vera che rappresenta il testosterone universale, sia in ambito etero che omosessuale; c’è bisogno di film come quello di John Butler, The Stag, per ridere e riflettere.
Sul modo di fare cinema anche senza un’estetica lubitschiana, senza un avanguardia sovietica al montaggio o la prosa dei migliori classici d’America. Alle volte un cinema che funziona è fatto di premesse, un cast giusto, una storia fatta di anima, sostanza e fratellanze e il dessert è riuscito.
Se pensiamo che si tratta di una commedia perfino meglio, che fa ridere davvero e lascia quel retrogusto dolce di una conclusione legittima a ciò non siamo più abituati ad assistere. Considerate certe demenzialità produttive o la commedia impegnata che annoia quanto assai distante dalla realtà. Non servono volgarità per dare voce e vita alle gag di sei irlandesi purosangue alle prese con un addio al celibato atipico, una gita nei boschi a Novembre.
Come sempre la costrizione del branco tirerà fuori il meglio e il peggio di ciascun personaggio, ognuno delineato a suo modo, ognuno in attesa di uno sfogo ‘virile’ delle proprie frustrazioni, matrimoniali, lavorative o sessuali che siano. Pensate sia poco? Aggiungete una scorza rock soul al sapore di U2 e avrete la pietanza perfetta da servire nelle scuole del cinema (quasi) indie.