ADAM SANDLER TORNA NEL SEQUEL DI UN WEEK END DA BAMBOCCIONI MA NON RIESCE A DIVERTIRE COME NEL PRIMO FILM
GENERE: commedia
DATA DI USCITA: 7 novembre
DURATA: 93’
VOTO: 1,5 su 5
La crisi di mezza età, i tormenti familiari e i dubbi generazionali in un presente troppo veloce; sono questi, anzi sarebbero, i temi portanti di Un Week End da Bamboccioni 2, sequel del precedente film che narra le gesta di un gruppo di amici che non vogliono crescere nemmeno a quarant’anni.
Lenny (Adam Sandler), Eric (Kevin James), Marcus (David Spade) e Kurt (Chris Rock) si ritrovano, sempre affiatatissimi, a scherzare, ridere e a ricordare i tempi passati; questa volta però dovranno vedersela con un gruppo di ragazzi che hanno colonizzato i vecchi luoghi della loro infanzia, con il figlio segreto di Dave e una scoppiettante festa anni ’80.
Il cinema di Dennis Dugan è da sempre caratterizzato da una forte comicità fisica, splastick e demenziale; le sue opere non si discostano molto l’una dall’altra, tutte hanno un marchio di fabbrica ben preciso e se il precedente Un Week End da Bamboccioni riusciva a far ridere avendo dietro degli attori bravi e una storyline banale ma per lo meno definita in questo sequel manca praticamente tutto. Quello che si nota subito, fin da le prime sequenze, è un’assenza totale di sceneggiatura: i protagonisti sembrano viaggiare scollegati tra una gag e l’altra, infarcite da un eccesso che ne aumenta l’indefinibilità filmica. I nostri quattro amici, se pur simpatici e scacciapensieri, non riescono mai ad essere incisivi nel loro intento di raccontarci il passaggio generazionale, la provincia americana e le crisi che tutti noi, più o meno, affrontiamo nella vita. Un Week End da Bamoccioni 2 è un montaggio incolore di quattro elementi confinati in novanta minuti di film, che non riescono ad uscire dal loro spazio narrativo, non influenzano ne tantomeno a fanno divertire.
Quello che ne esce fuori è un film asettico, artificioso e per certi versi anche un po’ triste date le premesse che comprendevano attori bravi e la possibilità, almeno iniziali, di svariare, ironizzare ed intrattenere ma tutto ciò purtroppo sparisce, scena dopo scena, ed è il caso di dire che una risata, di certo, non li seppellirà.