LE DIFFERENZE TRA EUROPEI E AMERICANI PRESE IN GIRO CON INTELLIGENZA NELLA NUOVA COMMEDIA DI JULIE DELPY
DATA DI USCITA: 9 gennaio
DURATA: 96’
VOTO: 3 su 5
Dopo 2 giorni a Parigi la regista Julie Delpy torna a parlare della coppia formata da Marion e Mingus e a usare la loro vita per portare sul grande schermo i problemi e la bellezza della vita a due.
Marion e Mingus vivono felicemente insieme con i loro bambini avuti dai precedenti matrimoni. La Grande mela ormai è la loro città ma quando tutto sembra andare per il meglio ecco che arrivano i parenti francesi di Marion – l’anziano ed esuberante padre, la provocante sorella insieme all’ex fidanzato di Marion stessa ora suo compagno – non decidono di andare a trovarli e di trascorrere insieme due giorni nella Grande Mela. Lo scontro tra famiglie, ma soprattutto tra due culture diverse, creerà una serie di situazioni esplosive.
Un ritmo incalzante dà vita a una narrazione dinamica e non priva di divertenti aneddoti che, oltre a ironizzare sulla coppia già conosciuta nel precedente lavoro della cineasta, si sofferma sulla famiglia e sulle dinamiche surreali che all’interno di essa si creano.
Perno della comicità di 2 giorni a New York sono, principalmente, le differenze culturali e di vedute tra gli europei – in questo caso rappresentati dalla famiglia di Marion – e gli americani.
Tali diversità, seppur incolmabili, non rendono di certo impossibile la convivenza tra le persone proveniente dalle due diverse nazionalità ma il loro incontro/scontro diventa in questo lungometraggio il là per situazioni e dialoghi di una comicità leggera e piacevolissima.
Non si da ragione a nessuna in 2 giorni a New York che con intelligenza, spensieratezza e senza alcuna vena di presunzione è un film leggero e profondo che tocca temi già trattati, e non poco, dalla settima arte ma con una frivolezza che li rende nuovi o comunque piacevoli da (ri)vedere.