Cinema in crisi? Non per tutti

SI PARLA SEMPRE  DI CRISI CINEMATOGRAFICA MA TANTI FILM SONO PRONTI A VARCARE IL SET, ANNO RICCO QUESTO 2014

La parola crisi ormai piace tanto al Bel Paese. Sentiamo parlare in continuazione di crisi dei valori, crisi culturale, crisi finanziaria, crisi di mezza età, crisi, crisi e ancora crisi. Bisognerebbe avere uno Zingarelli a parte con solo tale termine, sarebbe più facile capire di cosa si parla veramente . Ma in realtà questa crisi che attanaglia il Paese che cosa è? Il cinema, riflesso della società, viene anche esso sconvolto da tele epidemia. I soldi non bastano mai e i film ne risentono, questa la convinzione comune, non solo del pubblico ma anche degli addetti ai lavori.

Pochi soldi per troppi film, oseremo dire, pochi soldi per il nuovo. Ora va tanto di moda il cinema indipendente ma non è come mettersi un paio di scarpe con lacci fluo, il tanto osannato cinema indipendente deve fare troppi conti a fine mese perché per loro i soldi non ci sono mai. Nella grande famiglia del cinema ci sono i figli e i figliastri, non importa se il prodotto sia buono, o quello che racconta, importa quello che il pubblico vuole e solo gli oracoli detentori del cinema italiano possono conoscere la risposta. Ma  poi cosa ricerca davvero il pubblico? Sembra che più che assecondare i gusti del pubblico, al quale non viene quasi mai propinato un nuovo prodotto che esuli dalle regole base, si assecondino i voleri del commercio e le fantasia dei soliti quattro.

Ci sarà anche la crisi cinematografica ma sembra proprio che i film in programma siano tanti. Ovviamente non stupitevi se i nomi sono sempre gli stessi, la crisi non tocca mica tutti, chi aveva avrà diceva una vecchia legge. Andiamo con ordine: L’opera seconda di Alessandro Siani, Latin Lover di Cristina Comencini, I principianti di Claudio Cupellini, la Prigione di Bobbio di Marco Bellocchio, la Scelta di Michele Placido, Limbo di Daniele Vicari, La peggior vacanza della mia vita di Alessandro Genovesi, Il nome del figlio di Francesca Archibugi e In the future  di Paolo Sorrentino. Questi sono solo alcuni dei film che occuperanno i set per i prossimi mesi, inoltre con l’arrivo del nuovo anno partiranno quelli di Giuseppe Tornatore, Vincenzo Marra, Paolo Genovese, Gennaro Nunziante, Luca Miniero, Lucio Gaudino, Giorgia Cecere, Saverio Costanzo, Renzo Martinelli, Neri Parenti, Ivan Cotroneo, Edoardo Leo, Claudio Giovannesi, Carlo Vanzina. Non conoscete forse qualche nome? Impossibile e fuori discussione. L’Italietta, non in senso dispregiativo quanto a sottolineare la chiusura mentale e geografica, si vede anche al cinema.

Non si vuole sminuire il lavoro dei registi citati sopra ma dalla lunga lista emerge che i detentori dello scettro sono sempre e sono loro. Ci piace il made in Italy ma poi compriamo prodotti all’estero, ci piace la commedia ma rigorosamente all’italiana, ci piacela comicità ma sia chiaro solo dei cinepanettoni, ma il nuovo, l’emergente va messo in un angolo senza possibilità di arrivare in alto. Noi italiani siamo così ci basta quello che abbiamo  e se qualcosa manca tutta colpa della crisi.

A.B.

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