ANCHE VAMPIRI DI JARMUSCH HANNO UN’ANIMA E IL REGISTA CE LI RACCONTA IN MODO ORIGINALE
Dopo i Festival di Cannes, Sarajevo, Santiago del Cile, Toronto, Rio de Janeiro, Reykjavik, Zurigo, New York, Adelaide, Sitges, Londra, Salonicco e Stoccolma, Only Lovers Left Alive è passato anche al Torino Film Festival ed ora anche a Roma, nelle serate dedicate appunto al 31TFF appena concluso.
Solo Jim Jarmusch poteva regalarci una storia così underground, romantica, sopra le righe, ricca di musica e inquadrature da farci innamorare. Dimenticate Twilight ed ogni precedente vampiro cinematografico. Jarmusch presenta Adam ed Eve, sposati ed innamorati da qualche secolo, ma, come le coppie moderne, vivono lontani e si vedono via smartphone di ultima generazione creati da Adam, un po’ restio a cedere alla tentazione delle nuove tecnologie. La loro love story non teme il tempo e la distanza, piuttosto l’arrivo della ribelle giovane vampira Eva, sorella di Eve.
Loro sono due amati del bello, colti e sofisticati, inebriati da secoli di cultura, letteratura, musica, amicizie di alto livello, da Byron e Shelley passando per Schubert e arrivando fino a Christopher Marlowe, interpretato da John Hurt, strepitoso. Lo abbiamo incontrato al festival del cinema di Roma qualche settimana fa, e ci aveva raccontato il suo entusiasmo per il cinema indipendente e di ricerca. Qui è un vampiro vecchietto carismatico e saggio.
In questa pellicola Jarmusch mette il suo stile, la sua cifra, a servizio di una specie di denuncia sociale: gli zombie sono gli esseri umani, precipitati così in basso da distruggere il pianeta e vivere di superficiali mode. Invece loro, i vampiri, sono sofferenti e illuminati, soli, e vivono cercando di non farsi ingurgitare da questo mondo così volgare. Ironia, citazioni, attori bravissimi, Tilda Swinton, Tom Hiddlestone, Mia Wasikowka, John Hurt. Girato tra Detroit, Colonia, Amburgo e Tangeri, ci porta nella desolazione, ma con una speranza: con la bellezza della cultura, si può sopravvivere. Anche se, in qualche occasione, un po’ di sangue (non contaminato) non guasta.
Da vedere, assolutamente, anche per la colonna sonora, composta per l’occasione dallo stesso Jarmush insieme a Jozef Van Wissem.
Ps: alla proiezione romana cinema Alcazar esaurito. Nella pellicola, inaspettatamente, appare il cinema Alcazar di Tangeri, una strana coincidenza!