Colpi di Fortuna: le interviste ai protagonisti

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LUCA E PAOLO, IL REGISTA NERI PARENTI, LILLO E GREG, CHRISTIAN DE SICA: ASSOLUTI PROTAGONISTI DI UN INCONTRO DIVERTENTISSIMO

L’albero di Natale, il cenone, il torrone, la tombola e il film natalizio al cinema insieme a tutta la famiglia. Potrebbe essere questa la formula classica e tradizionale di un Made in Italy che da trent’anni accompagna le festività del tricolore italico. Quest’anno, nemmeno troppo ovviamente, esce Colpi di Fortuna, secondo film del contemporaneo ”cinepanettone”, quello rivoluzionato e cambiato da un sempre più fervente Aurelio De Laurentis. L’intervista, orchestrata ovviamente attorno alla risata, ha raccolto tutti gli spunti che il film è riuscito a regalare, toccando anche la concorrenza al box office e il tanto discusso arrivederci di Christian De Sica alle pellicole targate Filmauro.

Luca, Paolo, Fatima, questa è la vostra iniziazione ai film di Natale, che sensazione avete avuto nel girarlo, poi, con un maestro come Neri Parenti? Avete lavorato anche voi in fase di scrittura sul vostro episodio?
Luca: ”Per fortuna c’era lui, abbiamo affrontato questo lavoro con umiltà. Io e Paolo ci siamo affidati a Neri e agli sceneggiatori del film perché eravamo molto impauriti, essendo nuovi in queste opere. Neri, poi, oltre ad essere bravo è una delle persone più simpatiche che conosca. L’episodio era tutto scritto, qualcosina l’abbiamo cambiata ma tutto è rimasto invariato per lo più. Abbiamo un passato cinematografico diverso ma comunque preferiamo essere legati ad un testo, una traccia.”

Paolo: ”Con Neri ci si diverte davvero, e il film utilizza sicuramente un linguaggio diverso dal nostro. Questo però è stato interessante perché eravamo in ascolto e in osservazioni di chi aveva più esperienza di noi. La storia ha dato la possibilità al regista di cucire il vestito più giusto per gli interpreti, i tempi comici sono gli stessi e spesso ci aggrappiamo ad un palo universale che non ti fa sbagliare.”

Fatima Trotta: ”Vengo dalla TV ed ero circondato da comici maschili. So bene dove loro vanno a parare, si è creato un feeling subito forte con tutti. Sono prettamente una conduttrice ma lavorare con Neri Parenti è stato fantastico.”

Cosa pensate del saluto di Christian De Sica qui al suo ultimo, probabilmente, film di Natale?
Luca: ”Vediamo se davvero sarà così, non ne sono così sicuro. Ma in caso mi dispiacerebbe molto, sia per il saluto di Christian che quello di Neri Parenti perché un regista davvero consapevole di cosa stesse girando come lui non l’ho mai visto, sul serio.”

Christian, come stai vivendo lo sgomento dei fan in proposito ad un tuo allontanamento dai film di Natale?
Christian De Sica: ”Tutto ciò è nato quando dissi che questo è l’ultimo film di un contratto quinquennale, non c’è nessuna rottura. Se Aurelio mi chiama torno di sicuro, c’è un rapporto ormai famigliare. Ormai con Neri girare è come fare una gita fuori porta, poi. Abbiamo un feeling unico e se c’è una cosa buona mi chiamano e poi… ‘Ndo vanno senza de me?”

Nel film c’è pochissima presenza femminile, come mai questa scelta?
Neri Parenti: ”Quest’anno la presenza femminile è stata diminuita per un fatto tecnico, di scrittura. Non c’è venuto in mente di inserire una presenza femminile nella sceneggiatura, aggiungere una sorta di storia sentimentale, forse, rubava troppo tempo alle performance delle coppie comiche. La comicità l’abbiamo messa al centro dell’attenzione, al centro del film.”

C’è soddisfazione da parte vostra di aver ricevuto plausi anche dalla critica, lo scorso anno, con il vostro nuovo filone produttivo?
Neri Parenti: ”Non so quanto è siamo saliti noi e quanto è scesa la società, sinceramente…”

Gli autori neorealisti, oggi funzionerebbero? E un film su tuo padre, Christian?
Christian De Sica: ”No, non funzionerebbero per tanti motivi, i tempi sono cambiati. Il mio film non lo riesco a finalizzare, non trovo una produzione. Questo è un paese che dimentica facilmente, ora faccio uno spettacolo che parla di ciò che ho conosciuto perché le nuove generazioni non conosco il passato. Il film su mio padre, ”La porta del cielo”, dovrei interpretalo io, oltre che scriverlo. Sarebbe bello farlo… E vederlo.”

Lillo e Greg, cos’è che fa ridere voi, invece, nella realtà?
Lillo: ”A me e Greg per lo più le stesse cose, tranne che per i Monty Python…”

Greg: ”Sì, i Monty Python alcune cose meno di altre… Però per il resto siamo molto simili in fatto di gusti comici.”

Lillo: ”Esattamente, anche le commedie di Wilder, un certo Woody Allen, L’Aereo più pazzo del mondo, Top Secret….”

Aurelio De Laurentis, quest’anno ci sono molti titoli che nelle scorse stagioni uscivano in altri periodi, è comunque Lo Hobbit il vostro principale avversario in fatto di ascolti?
Aurelio De Laurentis: ”Sì, abbiamo visto però che rende meno dello scorso anno e a Natale c’è stata una contrazione di incassi, si esce da casa come se in Italia non stesse succedendo nulla. Far uscire tanti film durante le festività non premia come una volta; noi raccogliamo un pubblico vasto, anche chi esce di casa solo una volta l’anno. Siamo molto legati a questa formula ma negli ultimi due anni l’abbiamo modificata, modellando insieme agli autori il divertimento per lo spettatore. Lillo e Greg e gli altri si sono trovati molto bene in questi episodi.”

Dopo 30 anni di successi, come intendete proseguire il vostro percorso?
Aurelio De Laurentis: ”Ho preso il timone e l’ho passato nelle mani di mio figlio Luigi. Guardando l’Italia io e mio padre abbiamo da sempre fatto una crociata a favore del Made in Italy, se non riesci a capire qual è il tuo vero lavoro in termini di produzione ed esportazione sei un fallito. Se non capisci la tua italianità è un assoluto fallimento; sono rimasto in Italia per raffigurare i difetti degli italiani, in maniera scherzosa, senza mettermi in cattedra e l’italiano non se n’è accorto e questo mi ha divertito molto. Come proseguiamo per altri trent’anni? Bisogna vedere come si può cavalcare un mercato diverso, in evoluzione. Ma ci sarà da divertirsi.”

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