ANTONIO MENDEZ ESPARTA IN QUI E LÀ RACCONTA LA REALTÀ NASCOSTA SULLE MONTAGNE DEL MESSICO
DATA DI USCITA: 12 dicembre
DURATA: 110’
VOTO: 3,5 su 5
La realtà di un piccolo paese delle montagne messicane raccontata con l’arma più forte che il cinema possa avere: la verità. Senza abbellimenti e con un candore potente l’esordiente Antonio Mendez Esparta racconta una storia come tante che narra, attraverso la famiglia che la sua camera segue, la povertà e la voglia di emigrare.
Un padre come tanti, costretto a lasciare la propria casa e la propria famiglia, il suo sogno da musicista, in nome della loro dignità torna dopo aver passato alcuni anni negli Stati Uniti. Il rientro in una quotidianità già disegnata e stabilita in sua assenza è difficile da abbracciare per l’emigrante che ritorna ai giorni sempre uguali con i figli che indivisa vanno a scuola e le sere passate a cantare intorno a un tavolo, senza la televisione. La ricerca di un lavoro nei cantieri è estenuante ma i soldi servono anche per rimettere insieme i frammenti di quella speranza che si nasconde dietro all’idea di dar vita a quel gruppo musicale tanto sognato con il fratello e altri amici.
Le case fatiscenti di montagna, il buio, le abitazioni di un paese fantasma dove la fuga è l’unica possibilità di un futuro migliore. Il qui che il titolo cita è proprio quel luogo semi deserto dove le donne sono chiamate a portare avanti le proprie famiglie e all’attesa, perenne e devastante, dei propri mariti è in contrapposizione a quel là dietro le montagne, quegli Stati Uniti di cui tutti parlano e la cui lontananza pesa sulla vita del protagonista.
Non manca la descrizione, nascosta eppur presente tra le immagini, di un inesistente governo incapace di garantire uno stato sociale e dove tra le crepe di una crescita economica cela una disuguaglianza dolorosa per chi la vive.
Qui è là è un film che non urla la sua disperazione ma la racconta con la calma, e la rassegnazione leggera, di chi la vive. Il ritratto perfetto di un luogo nascosto del mondo e delle facce stanche che ivi percorrono la loro silente e angosciante esistenza senza alzare mai la voce eppur richiamando sempre