Un Fantastico Via Vai: la recensione

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https://www.filmforlife.org/wp-content/uploads/2013/12/un-fantastico-via-vai-locandina.jpgCON UN FANTASTICO VIA VAI LEONARDO PIERACCIONI CRESCE E MATURA IN UNA STORIA CHE PARLA DI FUTURO E RESPONSABILITÀ

GENERE: commedia
DATA DI USCITA: 12 dicembre
DURATA: 95’
VOTO: 3 su 5

Il coraggio non è una cosa che si trova ovunque e non è, tantomeno, un peculiarità di tutti. Se il futuro è, per certi versi, causa del passato allora le cose diventano complicate quando, per paura – o per pigrizia – si resta incollati a dei ricordi che, giorno dopo giorno, diventano sempre più sbiaditi, facendo restare la mente scollegata ad una prospettiva che dovrebbe essere il primo pensiero di ogni nuova alba. La mancanza di coraggio, per l’appunto, lascia spazio alla paura, causa delle parole non dette, dei gesti non fatti, dei treni guardati e mai presi. Per cambiare e svegliarsi dal torpore, però, non è mai troppo tardi.

Arnaldo (Leonardo Pieraccioni) ha 45 anni, è sposato con Anita (Serena Autieri) ed è papà di due splendide gemelle. Lavora in banca e conduce una vita pressoché monotona, scandita dai soliti ritmi e dai soliti piatti in tavola. Il punto di svolta però arriverà presto, infatti, Arnaldo, in seguito ad un equivoco con la moglie, viene buttato fuori di casa e va a vivere con quattro studenti fuori sede. Da lì in poi la sua vita sarà completamente stravolta e, finalmente, tirerà fuori tutto il coraggio che aveva sopito fino ad allora.

Il titolo del nuovo film di Leonardo Pieraccioni, Un Fantastico Via Vai, potrebbe riferirsi a quell’andirivieni di gente che esce ed entra dagli appartamenti studenteschi, colorato e vitale, oppure alle presenze che si alternano in maniera positiva nella vita di tutti e che generano e influenzano le scelte e le decisioni di ognuno. L’autore toscano, questa volta, scrive e dirige un film generoso, mettendosi quasi in braccio ai protagonisti giovanissimi del film; i toni delicati e teneri e la tinta pastello della sceneggiatura fanno da cornice sincera ad una storia che vuol parlare della differenza tra chi siamo e chi vorremmo essere, cerca di spiegare l’importanza delle parole e il fondamentale bisogno di positività.

La differenza principale con gli altri lavori di Leonardo Pieraccioni è che in un Fantastico Via Vai si ride meno ma si sorride molto di più; il film scalda lo spettatore in un susseguirsi di sentimenti casti e semplici, quasi sognanti e teneramente sbadati. La confluenza generazionale nel plot, poi, rende tutto più vitale ed entrambe le generazioni apprendono dall’altra, riuscendo così a maturare, a crescere e ad abbracciare un futuro che va vissuto senza paura, se pur guardando quello specchietto retrovisore che mostra la strada percorsa, piena di errori dal quale si cresce e si impara, e che rende il domani un posto migliore anche se hai quasi cinquant’anni.

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