IL CENTENARIO CHE SALTÒ DALLA FINESTRA E SCOMPARVE, UN MIX DI UMORISMO E AVVENTURA COME CURA ALLA VECCHIAIA
Ci si può sentire liberi anche a cento anni. Lo si può fare con un paio di pantofole ai piedi e con la stanchezza del passato che ti morde l’anima. Basta saltare una finestra, scavalcare la soglia di una casa di riposo per sentirsi liberi. Per Alan Karlsson arriva così la libertà, arriva quando sembra tutto spento, quando ormai sembra troppo tardi. Il film, tratto dal romanzo Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson, con la regia di Felix Herngren appare come un capolavoro annunciato.
In soli cinque giorno la pellicola incassa 4 milioni e in Scandinavia brinda al nuovo anno. Un risultato enorme e non poi così atteso per la commedia più costosa del cinema svedese. Il film di Felix Herngren prende spunto da uno dei romanzi più venduti in patria ma la storia viene ridotta e compressa in un’ora e 45 minuti a fronte delle 446 pagine. Con ironia composta e velata lo spettatore viene spinto alla riflessione di quello che è un viaggio tra passato e presente varcando la soglia, metaforicamente interpretata da una finestra, del futuro. Il regista Felix Herngren racconta una storia quotidiana e lo fa immergendosi nella vita e nelle avventure di questo anziano che come regalo di compleanno sceglie la libertà.
‹‹Mi piaceva l’idea di grande circo in movimento, elefante compreso. E lo sguardo del centenario sulla vita, al di fuori dagli schemi del politicamente corretto, che è la malattia del cinema odierno. I personaggi hanno pensieri scorretti, non fanno sempre cose buone e giuste, ma sono comunque gradevoli e vivono buone vite›› queste le parole del regista. Una ventata di fresco che arriverà in primavera in Italia e che ha già fatto sbocciare i fiori sul filone del cinema svedese.