“SAPORE DI TE È UN FILM ALLA NOSTRA MANIERA: SENTIMENTALE”
A 30 anni da Sapore di mare i fratelli Vanzina tornano a Forte dei Marmi e girano l’ideale sequel del loro lungometraggio, Sapore di te.
Come da, già sciorinato, copione il cast del film comprende moltissimi attori tra i quali spiccano Maurizio Mattioli, Vincenzo Salemme, Nancy Brilli e Martina Stella che insieme a volti meno noti danno vita a una commedia sentimentale e corale nel perfetto stile dei due cineasti.
Com’è stato tornare alle atmosfere di Sapore di mare?
Carlo Vanzina: Noi a Sapore di mare siamo molto affezionati. È stato un p’ traumatico accorgersi che trent’anni sono passati in un secondo. Quando abbiamo pensato di fare un nuovo Sapore di mare abbiamo deciso di allontanarci dagli anni sessanta e di iniziare dove finiva quella storia. Non è stato fatto alcun calcolo. Spesso nel cinema italiano si pensa più al marketing che alla storia. Questo è un film alla nostra maniera: sentimentale. Ci sembrava perfetto raccontare anni ottimisti, oggi che tutto sembra grigio.
Enrico Vanzina: Condivido. La nostra scommessa è stata appunto raccontare una commedia mettendoci dentro i sentimenti. Forse l’unico che l’ha fatto in questi anni è stato Fausto Brizzi con Notte prima degli esami. Speriamo che i giovani che si approcciano al cinema italiano possano apprezzare il messaggio del film: Chi ha cuore ce la fa.
Rispetto ai primi film qui ci sono più riferimenti alla società attuale…
Enrico Vanzina: Nei primi film noi eravamo più giovani e, in più, c’era molta auto-biografia. Oggi che siamo più maturi ragioniamo di più su un film. Anche se ci sono molti riferimenti sociali non abbiamo voluto esagerare, non volevamo fare uno scialbo trattatello di sociologia politica, Allo stesso tempo, però, abbiamo evitato l’errore tipico italiano del buonismo a tutti i costi. Noi abbiamo rappresentato la vita come è. Gli anni ottanta erano quello che si vede nel film, c’era grande ottimismo. Secondo me quel decennio paga molta cattiva stampa visto che aveva anche tantissime cose positive.
Qual è stata la genesi del film?
Carlo Vanzina: Come ho accennato abbiamo evitato di pensare attraverso il marketing. Se avessi pensato alle tendenze, avremmo dovuto ambientare i film negli anni novanta, come è di moda oggi. Insieme a Enrico, però, abbiamo optato per il 1983 per legare il film ai suoi precedenti. Sono usciti rumors che dicevano che avremmo fatto il film con il cast originale. Ecco, questa idea non c’è mai passata per la mente.
In trenta anni come è cambiato il vostro modo di fare commedie?
Carlo Vanzina: È una domanda che non mi vorrei fare. Quando guardo i miei vecchi film ritrovo una grande energia, un enorme coraggio. All’epoca film come Eccezziunale veramente venivano fatti di getto. Ora prima di un film ci ragiono molto di più e spesso penso anche al mercato o alle mode. La cifra dei nostri film però rimane sempre il divertimento e l’amore tenero e sincero per i nostri personaggi. Questo sguardo affettuoso per la realtà che racconto l’ho imparato da Monicelli, con cui ho lavorato per molti anni.