LA NASCITA DELLE SERIE TV. UN PERCORSO LUNGO 50 ANNI
Il concetto di serie televisiva è ormai noto a noi tutti, però affacciandosi sulla finestra temporale ci si può rendere conto che, agli albori, questo genere non veniva chiamato così e che nel giro di circa trent’anni la sua crescita è stata esponenziale.
Il piccolo mondo delle serie televisive è immaginabile come una grande onda che con il passare degli anni è diventata sempre più grande, fino ad essere cavalcata, ad oggi, da molti capitani d’industria cinematografica che siano produttori, sceneggiatori o registi.
Dalla seconda metà degli anni ’50 fin quasi al concludersi degli anni ’70 il concetto di telefilm era basato su un’ impostazione antologica: una puntata non doveva avere dei personaggi ricorrenti o un filone da seguire, bensì il nocciolo della storia era il tema principale, che veniva affrontato ripetutamente in ogni puntata.
Un classico esempio lo portò il maestro dell’alta tensione Hitchock con Alfred Hitchock presente, che consisteva in una serie di storie auto conclusive che in comune avevano il crimine. Anche il più ricordato Ai confini della realtà in ogni puntata faceva attraversare allo spettatore i meandri infiniti dello spazio.
Negli anni ’80 il nostro bel paese era in fermento e il tubo catodico era pregno di questi telefilm che arrivavano con continuità da oltre oceano. Il fenomeno virale di questi show si basava sul fatto che ogni puntata aveva uno sviluppo e una conclusione il che portava il pubblico ad un livello di concentrazione molto basso, esempi su tutti sono stati Arnold, Happy Days, Mac Gyver: telefilm episodici per cui non si aveva il bisogno di ricordare date o nomi in quanto ogni puntata, drammatica, comica o d’azione, aveva sempre un inizio ed una fine che poteva evolversi anche in meno di mezz’ora. Il materiale a disposizione era così vasto che il vulcano televisivo eruttava in continuazione nuove storie.
Gli anni ’90 furono un vero e proprio ponte sperimentale, iniziavano in quel periodo a comparire i primi telefilm serializzati come X-Files, Beverly Hills 90210 o Buffy l’ammazzavampiri. Ognuno di questi show iniziò a convincere il pubblico irrimediabilmente coinvolto anche grazie all’apporto di sceneggiatori più capaci e tecniche migliorate. Fu proprio con questa nuova ondata di programmi che le serie tv iniziarono ad avere la loro identità ben precisa.
Abbandonata oramai da tempo la narrazione antologica e quasi del tutto quella episodica, le porte del nuovo millennio si aprirono con un cantiere in fieri di idee in continua costruzione, fulgidi di questa crescita sono stati ad esempio Lost, Dark Angel, CSI: queste sono solo alcuni dei programmi che portarono veramente al concetto di seriale.
La voglia e la tortura di aspettare una settimana intera prima di poter sapere cosa succederà nel prossimo episodio, seguire per anni ogni puntata con la speranza di vivere un finale di serie degno di nota, spettatori fedeli che seguono e comprano qualsiasi cosa rappresenti i loro beniamini televisivi, questi sono ormai gli effetti della grande macchina serie tv evolutasi velocemente.
Tale treno senza fermate ha creato oggi un business inattaccabile: show tv vengono creati e cancellati, attori di livello che preferiscono un ruolo da protagonista più longevo, o forse solo un contratto più vantaggioso economicamente. La speranza e il sogno di tutti è che a differenza del cinema questo nuovo mondo non perda troppo in fretta l’originalità.
Andrea Stigliano