Weekend al cinema: le uscite in sala della settimana

WEEKEND AL CINEMA, I NOSTRI CONSIGLI SU COSA VEDERE

Archiviato ormai il periodo delle feste, il ricordo del quale altro non fa che sentirci più pesanti  – fisicamente e forse anche mentalmente parlando – torniamo a parlare di cinema, con i nostri soliti consigli del giovedì. Arrivano in sala una carrellata di film che aspettavano di uscire con il nuovo anno. Di alcuni si è molto sentito parlare, nel bene e nel male, mentre altri sconosciuti ai più riserbano buone sorprese. Godetevi quindi la nostra selezione di scelte, sperando come ogni settimana di essere riusciti ad accontentare tutti i gusti!

FILM IN SALA:

IL CAPITALE UMANO – per curiosi in tempi di crisi

Il capitale umano non è unicamente il ritratto di un’Italia in crisi visto dagli occhi di chi su tale piaga specula ma è anche un racconto che mostra il modo in cui le assicurazioni approfittano, attraverso diversi parametri, sulla vita dando ad essa un prezzo ben preciso. Senza intaccare le azioni principali del romanzo, il film di Paolo Virzì, con un minuzioso lavoro di rilettura e riscrittura fatto dallo stesso cineasta insieme ai suoi co-sceneggiatori, porta sul grande schermo la visione degli stessi avvenimenti da parte di tre dei personaggi principali del racconto dando così un quadro delle azioni e delle reazioni attento ad ogni, immorale o ipovedente, punto di vista.

C’ERA UNA VOLTA A NEW YORK – per curiosi storico-drammatici

James Gray nel suo primo film in costume C’era una volta a New York decide di ambientare la storia delle sue protagoniste Ewa e Magda in quell’America di promesse infrante e di viaggi interminabili alla ricerca di un sogno al quale più ci si avvicinava e più sembrava sfuggire. Con questo lavoro James Gray ha aggiunto alla sua filmografia un tassello importante che unisce magnificenza, eleganza, estetica e ottima narrazione senza tralasciare i temi sociali e  unendo all’evolversi delle vicende un cambiamento verosimile dei personaggi, non solo di Ewa ma anche di Bruno che ha il volto di un grandissimo Joaquin Phoenix, che ne fanno parte chiudendo il tutto con un’immagine che da sola è il racconto visivo del finale.

IL GRANDE MATCH – per curiosi di un grande evento

Peter Segal usa e sfrutta in regia il potenziale comico di questo duo così stranamente assemblato, usando l’unica arma contro il rischio di farsa che poteva esserci dietro l’angolo del ring: l’ironia. E ci riesce, confezionando un prodotto di buona fattura, divertente e dal ritmo giusto, che richiama alcune classiche commedie del passato e chiude in bellezza con una gag degna della trilogia di Hangover, ovvero Una Notte da Leoni in questo caso attempati. Chi ha detto che far ridere sia facile? De Niro e Sly si impegnano davvero e sfruttano al massimo la loro verve interpretativa per dare vita a due personaggi lunatici e scontrosi, onesti e un tantino fuori forma, ma il loro training, nonostante la scivolata sul sentimentalismo, rimane il punto migliore del film.

DISCONNECT – per curiosi 2.0

Disconnect è un insieme di storie che durante il loro svolgersi si intersecano nella periferia newyorkese: dalla coppia in crisi alla quale è stata clonata la carta di credito, passando per quella del camboy e della reporter che si interessa alla sua storia e fino ad arrivare al cyber bullismo il lungometraggio ha come scopo principe quello di mostrare dall’interno gli effetti di esistenze perennemente connesse e con la testa china, come quelle nelle foto su citate, che si dimenticano di avere una vita reale attorno.

2 GIORNI A NEW YORK – per curiosi socio-culturali

Dopo 2 giorni a Parigi la regista Julie Delpy torna a parlare della coppia formata da Marion e Mingus e a usare la loro vita per portare sul grande schermo i problemi e la bellezza della vita a due.  Un ritmo incalzante dà vita a una narrazione dinamica e non priva di divertenti aneddoti che, oltre a ironizzare sulla coppia già conosciuta nel precedente lavoro della cineasta, si sofferma sulla  famiglia e sulle dinamiche surreali che all’interno di essa si creano. Perno della comicità di 2 giorni a New York sono, principalmente, le differenze culturali e di vedute tra gli europei – in questo caso rappresentati dalla famiglia di Marion – e gli americani.

 

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