Wish I Was Here: successo al Sundance Film Festival

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wish_i_was_here-posterCON ”WISH I WAS HERE” ZACH BRAFF TORNA DIETRO LA MACCHINA DA PRESA CON UNA STORIA DELICATA ED EMOZIONANTE

La standing ovation è stata tutta per lui e, questa volta, sembra che i suoi sogni si siano davvero realizzati in quella cornice prestigiosa e importante che è il Sundance Film Festival. Dieci anni dopo il debutto alla regia con La mia Vita a Garden State, Zach Braff, scrive e dirige Wish I Was Here e lo presenta, appunto, in uno dei Festival di Cinema più importanti d’America, una vera e propria vetrina che mette in risalto e fa conoscere le migliori opere e produzioni indipendenti.

Wish I Was Here è stato realizzato anche grazie alla raccolta fondi che Braff ha organizzato tramite il web per mezzo di Kicstarter: nel giro di poco tempo, infatti, ha raccolto i 2 milioni di dollari necessari per la realizzazione dell’opera. Il tanto discusso crowdfunding, dunque, ha permesso all’ex dottor. Dorian di quella geniale serie che era Scrubs di portare a compimento la sua idea filmica e produttiva, dandogli pieno controllo della sceneggiatura senza legami e paletti imposti da produzioni esterne.

Wish I Was Here, completato e presentato con grande successo a Park City, parla di Aidan, interpretato dallo stesso Braff, in difficoltà economiche e personali: padre di due figli e sposato con Sarah (Kate Hudson) si vede crollare il mondo addosso quando suo padre muore e, da li, dovrà reinventare la sua vita facendo studiare i suoi ragazzi a casa insegnando loro, come prima cosa, il rispetto e il valore delle emozioni. Nel cast, oltre il ruolo come sempre delicato e toccante di Zach Braff, spicca l’interpretazione di Kate Hudson e la coloratissima cornice di comprimari che ruotano attorno alla vicenda; oltre Phill Lewis, Ashley Greene e la baby-rivelazione Joey King, l’attore Braff si porta dietro anche gli amici di sempre Donald Faison e Jim Parsons.

Il film, comprato dalla Focus Features, prosegue la maturazione intima e artistica iniziata con il cult introspettivo e sognante di La Mia Vita a Garden State, facendo tornare Braff a trattare i temi che più gli stanno a cuore e, dalle prime recensioni estere sulla pellicola, non si può non sottolineare la sua capacità di trasmettere emozioni e sentimenti, grazie ad una genuinità, una dolcezza e una delicatezza riscontrabile in pochissimi autori. La forza di Braff, poi, deriva dall’enorme amore che il pubblico prova per lui, trovando in esso – e nei suoi personaggi – quasi un amico fidato e, per certi versi, una sorta di sognatore eterno che spinge, nonostante tutto, a crede nel domani e nella sconfinata, potente, fondamentale immaginazione.

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