Berlinale 64 – Black Coal,Thin Ice: recensione film (in Concorso)

DIAO YINAN CON BLACK COAL, THIN ICE TRASCRIVE IL NOIR NELLA CINA DECADENTE

Il noir è per, per eccellenza, il genere filmico che negli anni ’50 e ’60 ha fatto da padrone nella Hollywood del bianco e nero, dei Borsalino e dei trench. Spesso, queste pellicole, avevano come punto di partenza un omicidio, un mistero criminale da risolvere. La location, solitamente, era Los Angels, con i suoi tanti emblematici simboli.

Ci vuole coraggio e talento, quindi, per estrapolare e spostare in Cina uno dei filoni filmici più importanti di sempre. Diao Yinan, infatti, ha talento e bravura e qui, al suo terzo film da regista, con Black Coal, Thin Ice racconta una storia che sembra uscita proprio dai Noir made in USA.

A cavallo tra il 1999 e il 2004, in una piccola e remota città, vengono scoperti  i resti di diversi cadaveri e, durante le indagini da parte dell’ufficiale Zhang Zili, le cose non vanno come dovrebbero infatti durante un arresto rimane gravemente ferito e i suoi colleghi uccisi. Sospeso dal servizio, cinque anni più tardi, tornano a verificarsi altri misteriosi omicidi e Zhang, spinto dalla voglia di indagare, scopre che tutti i delitti sono accomunati da una donna  che lavora in una lavanderia. Il mistero è fitto e Zhang ne resta coinvolto emotivamente, trovandosi davanti ad un etico bivio.

Il film, per l’appunto, mescola tutti gli ingredienti del noir classico e, con intelligenza, vengono inseriti in una cornice piena di formalità stilistica, con dei personaggi dirompenti e dal background pieno: Black Coal, Thin Ice quasi suddiviso in due episodio temporalmente interlacciati tra loro, va a sottolineare la brutalità della vita, l’importanza delle scelte e, soprattutto, l’imprevedibilità dei fatti. L’originalità delle scelte e della messa in scena, poi, impreziosisce con maestria un polt che già di base inizia coinvolgente e interessante, ricchissmo di azione e mistero. Nel significato della pellicola poi – con gli omicidi causa scatenante – il regista Diao Yinan, va ad indagare su cosa tormenta l’uomo disgraziato, reso sconfitto dalla vita e dai rischi che si possono prendere innamorandosi della persona sbagliata, ignorando un’evidenza fin troppo luminosa.

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