SCOMPARE AD 85 ANNI LA DIVA-BAMBINA, LEGGENDA VIVENTE NELLA HOLLYWOOD DA HALL OF FAME
Shirley Temple iniziò a lavorare nel mondo del cinema quando aveva appena tre anni e si ritirò dalle scene all’età di ventidue: le bastarono però diciannove anni per diventare un’icona del cinema americano. Nella lista stilata a inizio millennio dall’American Film Institute sulle più grandi attrici di tutti i tempi (le Greatest Female American Screen Legends of All Time) Shirley Temple figura al diciottesimo posto e sino al 10 febbraio di quest’anno, quando si è spenta serenamente all’età di 85 anni, deteneva il record di “leggenda vivente” più anziana della lista.
Fu la madre a iniziare Shirley alla danza, al canto e alla recitazione, iscrivendola alla Meglin Dance School di Los Angeles nel 1931. Ispirandosi all’attrice del cinema muto Mary Pickford, nello stesso periodo cominciò anche ad acconciarle i capelli nei morbidi boccoli che sarebbero diventati proverbiali. La bambina venne notata subito da un produttore della Educational Pictures e arrivarono i primi piccoli ruoli, seguiti dal 1933 da collaborazioni con le maggiori case di produzione, come la Universal, la Paramount e la Warner Bros.
Il salto di qualità avvenne nel 1934: firmato un contratto con la Fox (che sarebbe diventata 20th Century Fox nel 1935), Shiley si fece notare dal pubblico come protagonista ne Il Trionfo della Vita (Stand Up and Cheer!) e la casa di produzione, fiutato l’affare, decise di trasformare la bimba prodigio in una stella. Ingaggiata con un nuovo contratto di sette anni, venne confezionato un copione per mettere in risalto tutte le sue qualità: La mascotte dell’aereoporto (Bright Eyes) si rivelò un successo incredibile. Il numero musicale On the Good Ship Lollipop vendette da solo più di 500,000 copie e il film stracciò qualunque record di incassi.
Con questo esordio si consolidò anche la formula vincente a cui si sarebbero ispirate tutte le pellicole successive. Il personaggio di Shirley era una bambina dolce, spesso sola al mondo, che con il suo fascino e la sua tenerezza riusciva a sciogliere il cuore di arcigni uomini maturi, capaci grazie a lei di ritrovare l’amore per la vita. Dal 1935 al 1938 la piccola Shirley Temple non divenne solo la più grande attrazione della Fox e il nome di maggior richiamo nel mondo del cinema, ma un vero e proprio simbolo.
In quegli anni l’America subiva ancora gli effetti della grande Depressione: il numero di persone dipendenti agli aiuti statali non accennava a diminuire e migliaia di famiglie erano costrette a tagliare tutte le spese superflue. Il modico prezzo di un biglietto del cinema offriva una soluzione semplice ed economica per un divertimento sano e adatto a tutte le età. Il presidente Franklin Roosevelt in persona commentò il fenomeno dicendo:”È una cosa splendida che per soli quindici centesimi un americano possa andare al cinema, guardare il volto sorridente di una bambina e dimenticare tutti i suoi problemi”.
Negli anni successivi le abilità di Shirley come attrice e ballerina si affinarono, mentre i capelli le si facevano più scuri: le trame dei film vennero modificate per adattarsi meglio ai suoi anni e continuarono a rivelarsi dei successi. La sua carriera raggiunse l’apice nel 1939 con La Piccola Principessa, in cui recitò con Richard Green, Anita Louise e Cesar Romero. Da quel momento però, iniziò per lei un lento ma inesorabile calo di popolarità. Shirley concedette sempre più tempo alla propria vita privata e alla sua istruzione, si sposò per la prima volta e mise al mondo la sua primogenita, per poi divorziare dopo sei anni di matrimonio.
Nel frattempo, concluso il contratto con la Fox, lavorò con la Metro Goldwin Meyer, la Universal Artist e altri studios minori, ma nessuno fu in grado di rilanciarne la carriera. Abbandonò il mondo del cinema nel 1950, diventata ormai una bellissima donna, mentre la bimba dai boccoli dorati e dal sorriso radioso restava nella leggenda.