Monuments men: recensione film

CLOONEY PORTA SUL GRANDE SCHERMO I MONUMENTS MAN DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE PECCANDO DI SUPPONENZA E SUPERFICIALITA’

Monuments menGENERE: storico

DATA DI USCITA: 13 febbraio

DURATA: 110′

VOTO: 2,5

Nel 2009 Robert M. Edsel scrisse Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia, ovvero un testo su degli improbabili e coraggiosi soldati dell’esercito americano che durante la fine della Seconda Guerra Mondiale vennero spediti in Europa per salvare le opere d’arte che altrimenti sarebbero cadute nelle mani dei tedeschi. Per far sì che il più grande furto della storia non venisse compiuto Roosvelt mandò Oltreoceano una schiera di colti e appassionati uomini arruolati i quali si ritrovarono a lottare per salvare alcuni dei più grandi beni dell’umanità. Inizialmente la missione sarebbe dovuta consistere in una mera limitazione dei danni ma, con l’andare avanti del tempo, quel gruppo di uomini isolati e appassionati si ritrovarono a localizzare i beni già trafugati e ad andare a riprenderli dalle mani del Fuhrer.

Il racconto della vera storia scritta e riportata in auge da Edsel è diventata ben presto, il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 2009, un progetto cinematografico di George Clooney che oltre ad essere il protagonista della pellicola  è anche il produttore e il regista della stessa.

Emblema della nuova Hollywood onnipresente dal sorriso smagliante nonostante la crisi, Clooney racconta un periodo storico durissimo in maniera scanzonata e forse fin troppo sorniona: azioni nascoste dai manuali di storia, e per questo interessanti e potenzialmente inedite per i più, nelle mani dell’atto-regista diventano un inno alla bandiera americana che sventola alta sul grande schermo mettendo in secondo piano un’ottima idea di partenza gestita con supponenza e superficialità. Un eccesso di nazionalismo e di autoreferenzialità a lungo andare infastidisce lo spettatore rendendo la trama un mero tributo agli Stati Uniti d’America più che una pellicola che si presuppone possa vantare il pregio di voler essere una ricostruzione storica, anche se leggera, di colti eroi made in USA.

Ciò che manca a Monuments Men è la sensibilità la storia viene unicamente sfruttata, seppur con maestria, e diventa uno spot alla furbastra carriera di Clooney e alla grande Madre America.

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