The Stalker, in arrivo il DVD del discusso film di Giorgio Amato

La presentazione del DVD di The Stalker è avvenuta ieri durante la rassegna Cinecocktail curata da Claudia Catalli

E’ stato presentato ieri all’Anica in anteprima nazionale il film The Stalker, in uscita in DVD domani, 26 febbraio.
All’evento, realizzato in collaborazione con CineCocktail e moderato dalla giornalista Claudia Catalli, erano presenti personaggi del mondo spettacolo e addetti ai lavori, e ovviamente il regista Giorgio Amato e la protagonista della pellicola Cosetta Turco.

Un incontro affollato per parlare insieme di cinema, di quel cinema “scomodo, che prova ad andare controcorrente e ragionare su un tema per nulla facile, come lo stalking, provando per una volta a raccontare la prospettiva non della vittima, ma del carnefice”.
Alle parole del regista hanno fatto eco quelle di una platea che si è mostrata interessata ad un dibattito allargato sulle difficoltà di fare cinema oggi, al di là di facili commedie. “Sul set c’era un clima indescrivibile, oggi continuo a vivere quell’esperienza di condivisione grazie a donne che continuano a scrivermi e dalle loro parole esce fuori tutta la rabbia e insieme la paura di denunciare”, chiosa l’attrice Cosetta Turco, che nel film interpreta una madre intenta a proteggere sua figlia da un padre giudiziariamente definito “pericoloso”.

Così il regista: “Affrontare al cinema tale tematica è stata un’operazione molto delicata, soprattutto perché la fenomenologia dello stalking abbraccia un ampio spettro di modalità e tipologie di sex offender talmente differenti tra loro che diventa impossibile riuscire a fare una sintesi rappresentativa del fenomeno. Più in generale, come autore, mi sono sempre posto la domanda di cosa spinga un uomo – ma anche una donna, beninteso – a rimanere ancorato al proprio passato, al punto da perseguitare fino alle estreme conseguenze un’altra persona.

È partendo da questa considerazione che ho cominciato a studiare la problematica dello stalking, concentrandomi esclusivamente sul punto di vista del persecutore, piuttosto che della vittima, esplorando quei meccanismi mentali, situazionali e giuridici che generano un loop talmente perverso dal quale molto spesso un uomo non riesce più a venirne fuori.”

 

 

 

 

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