Believe: first look

IL PREMIO OSCAR ALFONZO CUARÒN ALLE REDINI DELLA NUOVA SERIE TV BELIEVE

La primavera è un periodo di grande fermento per l’universo seriale americano, infatti nuovi e invitanti prodotti televisivi sono ai nastri di partenza e Believe è uno di questi. Anche se una settimana fa in rete è già trapelato il pilot, Believe inizierà ufficialmente la sua corsa lunedì sulle frequenze della NBC, la rete che trasmette Revolution, Chicago Fire e tante altre produzioni, con Believe torna al drama fantascientifico e per questo genere scomoda il vincitore del premio Oscar Alfonzo Cuaròn, il quale collabora ha collaborato con Mark Friedman per dar vita allo show insieme al poliedrico JJ Abrams che torna alla televisione dopo il flop colossale di Alcatraz. Believe vive di un incipit un incipit piuttosto pretenzioso ma non è la serie tv che ma nostro malgrado sarà, quasi sicuramente, un fenomeno passeggero all’interno del panorama seriale.

La piccola Bo (Johnny Sequoyah) fin da quando aveva tre anni ha sempre manifestato di avere dei poteri extra –sensoriali. Finita nel mirino di un gruppo di misteriosi individui che vorrebbe sfruttare le sue innate capacità, la piccola è perennemente in fuga. Arrivata all’età di 10 anni, le minacce si fanno sempre più insidiose e i True Believers, decidono di affidare Bo alle cure di Tate (Jake McLaughlin), un galeotto dalla battuta sempre pronta e dall’indubbio fascino. Quello che Tate non sa è che Bo è sua figlia ed ora, in fuga per la salvezza, per loro inizierà un lungo viaggio on-road che fortificherà sempre più il loro rapporto.

Con una trama in odore e in sapore di già visto, Believe non colpisce nel profondo il cuore del pubblico. Seppur in tutto il pilot si rincorra la poetica e le caratteristiche stilistiche di Cuaròn, la serie pecca di superbia diventando un prodotto usuale che annoia e non emoziona. Il nuovo sci-fi drama della NBC quindi parte sconfitto in partenza: non solo la storia non ha  benché minimo appeal, ma anche i personaggi non riescono a colpire nel segno. Gli inseguimenti mozzafiato e le battute graffianti dei protagonisti, non risollevano una serie che annaspa in un pantano di banalità e frasi retoriche.

Cuaròn dunque, al suo debutto in una serie televisiva, non riesce a dare il meglio di sé, ma il reale problema è la mente di JJ Abramas che da tempo non sfrutta in pieno le sue idee. Dopo Felicity, Alias, Lost e Fringe, il noto regista ha collezionato una delusione dopo l’altra, e Believe presto si aggiungerà alla schiera.

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